Cronaca locale

Aumento Atm verso il rinvio, la sinistra "Tafazzi" protesta

Il nuovo piano tariffario slitterà da aprile a luglio Pirovano: "Bisogna evitare in ogni modo che accada"

Aumento Atm verso il rinvio, la sinistra "Tafazzi" protesta

Non ci stanno a passare per «cornuti e mazziati». I consiglieri di Milano Progressista, l'ala più a sinistra della maggioranza in Comune, hanno appreso ieri dalle pagine di Repubblica che l'aumento del biglietto Atm rischia di slittare da aprile a luglio, dopo (guarda caso) la campagna per le Europee che si prospetta tutta in salita per il Pd, anche sotto la Madonnina. Dopo lo scontro con la Regione che prima di Natale aveva stoppato in aula l'integrazione tariffaria e chiesto più tempo per il biglietto unico Atm-Trenord, il sindaco aveva garantito che Milano avrebbe tirato dritto, a costo di esporsi a ricorsi (uno già annunciato da Fi). Ieri il cda dell'Agenzia di Bacino, dove il Comune ha il 50% delle quote, ha deliberato il piano di revisione tariffaria che dovrà passare ai voti dell'assemblea. La seduta si terrà a fine mese ma già nei corridoi di Palazzo Marino fanno presente che potrebbe sorgere - e quasi certamente sorgerà - un intoppo tecnico. A parte Atm, le altre società di trasporti dell'hinterland devono dichiararsi pronte a partire in tempi stretti, senza questa garanzia l'assemblea indicherà una data più avanti, magari proprio luglio con le scuole già chiuse. Passate le Europee poi i rapporti tra Regione e Comune potrebbero migliorare. Ma ora la sinistra chiede il massimo sforzo per rispettare i tempi. «Siamo stati forse i più convinti difensori della rimodulazione tariffaria - attacca la capogruppo di Milano Progressista Anita Pirovano -. Pur consapevoli di quanto Milano sia una città troppo costosa per troppi cittadini, pensavamo e pensiamo che quella proposta avesse anche l'obiettivo di ridurre le disuguaglianze (l'abbonamento annuale invariato e rateizzato, la gratuità per gli under 14 e così via). Abbiamo salutato anche il recente conflitto con la Regione non solo come prova muscolare in vista della campagna ma come sfida tra due visioni diverse dei servizi pubblici. Questo pensavamo e pensiamo ancora oggi mentre leggiamo di un possibile ulteriore significativo slittamento del piano. Speriamo che si tratti di indiscrezioni giornalistiche da smentire, diversamente chiediamo di capire, intanto, come sia potuto succedere e, di più, come evitare che accada».

Ieri sia il sindaco che l'assessore alla Mobilità Marco Granelli hanno mantenuto la linea del no comment. Polemico anche il presidente della Commissione Trasporti Carlo Monguzzi (Pd): «Se non ci fossero i giornali noi consiglieri non sapremmo mai cosa decide la giunta». Il capogruppo del Pd Filippo Barberis conferma che «la volontà politica di proseguire con il nuovo piano tariffario ad aprile rimane invariata. Poi c'è la necessità di attendere i tempi dell'istruttoria tecnica dell'Agenzia, e questo è indipendente dalla nostra volontà». Il capogruppo di Fi in Regione Gianluca Comazzi ironizza: «Un'inversione di rotta che lascia sbigottiti, visto che fino a pochi giorni fa per il Pd milanese applicare la misura entro aprile era questione di vita o di morte.

Tutto fa pensare che la palese incoerenza del Pd nasconda un calcolo elettorale».

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