Economia

Big dell'auto in testacoda. A gennaio vendite -4,6%

Pesano congiuntura e la guerra contro il diesel Nissan maglia nera: -26%. Sbanda Fca (-14,9%)

Big dell'auto in testacoda. A gennaio vendite -4,6%

Avvio dell'anno in rosso per le immatricolazioni di automobili in Europa. In gennaio il calo è risultato del 4,6%. Italia e Spagna, tra i 5 maggiori mercati, sono i Paesi che hanno segnato il dato peggiore: rispettivamente -7,5% e -8%. Male tutti i big: Nissan -26,1%, Fca -14,9%, Volkswagen -6,5%, Ford -6,5&, Toyota -5,4%, Bmw -2,7%, Psa -1,9% e Daimler -1,3%. In casa Fca segna il passo anche la «locomotiva» Jeep: -1,9%. Il Lingotto apre l'anno con una quota di penetrazione sotto il 6% (5,9%), in diminuzione di 0,7 punti. Quota giù anche per i primi della classe: Vw Group dal 24,6% al 24,2%.

Le difficoltà del settore, secondo Gian Primo Quagliano (Centro studi Promotor), sono da attribuire alla consapevolezza che il quadro economico è in peggioramento e all'incertezza crescente sul tipo di macchina da scegliere sia per la demonizzazione del diesel (-19% nei 5 mercati principali) sia per la mancanza di chiarezza sulle nuove forme di alimentazione e su come sarà affrontata la transizione verso un nuovo tipo di mobilità.

«Nonostante l'inizio dell'anno sia negativo per il mercato commenta Pietro Gorlier, responsabile di Fca per l'Europa il gruppo ha ottenuto significativi successi di vendita nel mese: siamo i best seller del segmento A con Panda e 500, Lancia ha ottenuto il record di vendite e Jeep un positivo risultato nel Regno Unito. Inoltre, a gennaio, così come ha fatto negli ultimi mesi del 2018, Fca continua a ottimizzare le vendite, privilegiando canali privati, flotte e noleggio a lungo termine».

L'inizio d'anno negativo preoccupa Michele Crisci, presidente di Unrae, l'associazione della Case estere in Italia, il quale ribadisce la centralità del comparto per l'economia europea che, in termini occupazionali, impiega oltre 13 milioni di persone e genera ricavi pari al 6,8% del Pil complessivo. «La flessione - dice - è importante, vista anche l'incertezza del bimestre segnata dall'entrata in vigore, l'1 marzo, del sistema bonus-malus».

Sui rischi che corre l'occupazione del Vecchio continente insiste anche Paolo Scudieri, presidente di Anfia, l'associazione della filiera italiana automotive: «Il rallentamento dell'economia potrebbe avere un impatto significativo sulle vendite di auto. Gli ambiziosi obiettivi Ue di riduzione delle emissioni di CO2, inoltre, avranno conseguenze negative sull'occupazione in tutta la catena del valore».

Soffrono poi Germania e Francia. Nel primo caso (-1,4%) a incidere sarebbero le tensioni economiche, ma c'è una singolare ripresa del diesel (+2,1%). Quanto al mercato d'Oltralpe (-1,1%) risente del clima creato dalle proteste dei «gilet gialli». Crollo, in questo caso, della domanda di veicoli diesel: -34,2%.

In Piazza Affari le azioni Fca hanno chiuso a 13,02 euro, in rialzo dello 0,8%, ma dopo aver aperto la giornata a 12,83 euro e toccato il minimo di 12,57 euro.

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