Cronache

Testimone di Geova ripudiata dalle figlie per una trasfusione: "Sono disperata"

A Colliano (Salerno) una donna ha denunciato di essere stata abbandonata dalle figlie, come lei testimoni di Geova, per avere accettato una trasfusione di sangue. "Sono sparite nel nulla, non mi vogliono parlare. Mi hanno ripudiato"

Testimone di Geova ripudiata dalle figlie per una trasfusione: "Sono disperata"

"Io, papà e il vostro fratellino vogliamo essere sicuri che stiate bene. Contattateci". È il disperato appello che Grazia di Nicola, una donna di 48 anni residente a Colliano, in provincia di Salerno, ha rivolto su Facebook alle sue tre figlie. Che sono sparite nel nulla. Non è un caso da Chi l'ha visto. Di mezzo c'è la religione, per la precisione la dottrina dei testimoni di Geova, comunità a cui appartiene la famiglia della donna. Che, agli occhi delle figlie, ha commesso un peccato imperdonabile: accettare una trasfusione di sangue necessaria all'operazione chirurgica che le ha salvato la vita. Pratica che, come si sa, è vietatissima dalla dottrina di Geova.

La signora Grazia non ce la fa più. Vorrebbe riabbracciare le sue figlie, o almeno confrontarsi. E spiegare loro il motivo della sua difficile decisione. "Colpa" dei medici, i quali tempo fa hanno messo la donna di fronte a un bivio: "Possiamo salvarle la vita, ma sappia che saranno necessarie alcune trasfusioni". La madre di famiglia ci ha pensato bene. In passato, è già successo che testimoni di Geova siano stati espulsi dalla comunità per avere infranto una delle sue regole fondamentali. Ma quanto sta succedendo a Grazia non ha precedenti. "Non è normale per un genitore che ha cresciuto i propri figli con sacrifici non sapere dove si trovino", racconta la donna. Prima le sue figlie sono scappate da casa, poi il licenziamento dal lavoro e la scomparsa nel nulla: da tempo sono irreperibili.

"Papà, io e il vostro fratellino vogliamo essere sicuri che stiate bene, rispettiamo le vostre decisioni in campo religioso, ma voi rendetevi conto del nostro dolore, chiamateci", il disperato appello di Grazia, una madre che vorrebbe solo riabbracciare le sue figlie. Le quali, nel giugno 2018, avevano scritto al Giornale una lettera con la loro versione dei fatti: "[...] In realtà è stata lei a cacciare via di casa una di noi e a indurre le altre due a scappare via. Ci dispiace che i nostri genitori stiano strumentalizzando la situazione per mettere in cattiva luce la nostra religione".

Parole da cui emerge una frattura all'apparenza insanabile.

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