Cronache

Vaticano, Viganò accusa il papa di chiamare pure collaboratori gay

Il papa riduce McCarrick allo stato laicale, ma Viganò rincara la dose e parla di "collaboratori omosessuali" chiamati e mantenuti nel tempo

Vaticano, Viganò accusa il papa di chiamare pure collaboratori gay

Carlo Maria Viganò ha scelto il periodo in cui il papa ha ridotto allo stato laicale l'ex cardinal Theodore McCarrick per tornare a dire la sua. Le tempistiche, nelle "cose vaticane", hanno sempre il loro peso.

In questo ennesimo scritto, che è stato presentato in virtù di un incontro sugli abusi svoltosi grazie alla volontà National Catholic Register, l'ex nunzio apostolico negli Stati Uniti dimostra di non aver cambiato idea. Il media citato ha anticipato il Vaticano. Bergoglio ha convocato gli episcopati per il 21 febbraio per parlare di prevenzione. Quella del Ncr, insomma, può essere interpretata come un'iniziativa collaterale dei conservatori. Fatto sta che Viganò, per mezzo del suo intervento, ha posto domande pesanti. Il testo nella sua interezza è rintracciabile sul blog di Aldo Maria Valli. Il monsignore procede attraverso l'elencazione di alcune domande: "Perché - chiede, riferendosi al "summit straordinario" - l’incontro si concentrerà esclusivamente sull’abuso di minori? Questi crimini sono davvero i più orribili, ma le crisi negli Stati Uniti e in Cile, che hanno in gran parte accelerato il prossimo vertice, riguardano gli abusi commessi non solo contro i minori, ma contro giovani adulti, inclusi seminaristi". C'è subito un primo riferimento, quindi, all'omosessualità. Stando alla visione del cosiddetto "mondo tradizionale", quello di cui pure Viganò fa parte, sembrerebbe che la Santa Sede non voglia affrontare la diffusione di tendenze omosessuali all'interno degli ambienti ecclesiastici. Per i tradizionalisti gli scandali relativi agli abusi sessuali e l'omosessualità sono, almeno in buona parte, collegabili. Lo hanno dichiarato più cardinali nelle passate settimane.

Poi Viganò alza il tiro sul medesimo argomento, specificando: "Perché la parola “omosessualità” non compare mai nei recenti documenti ufficiali della Santa Sede? Questo - continua - non significa affatto che la maggior parte di coloro che hanno una inclinazione omosessuale siano abusatori, ma resta il fatto che la stragrande maggioranza degli abusi è stata commessa da chierici omosessuali nei confronti di ragazzi in età post-puberale". Ma il passaggio che rincara la dose è quello che riguarda papa Francesco: "Perché - prosegue Viganò - Papa Francesco mantiene e chiama addirittura come suoi stretti collaboratori persone che sono notoriamente omosessuali?". E ancora: "Perché si è rifiutato di rispondere a domande legittime e sincere su queste nomine? In tal modo ha perso credibilità circa la sua reale volontà di riformare la Curia e combattere la corruzione". L'ex nunzio apostolico, in sintesi, si dice convinto che il pontefice argentino non abbia preso le giuste contromisure dopo la pubblicazione del "memorandum".

E anzi, Bergoglio potrebbe aver nominato dei consacrati - che Viganò, evidentemente, riterrebbe essere omosessuali - pure negli ultimi tempi.

Commenti