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Diciotti, Grillo contesta il voto: bufera sul quesito su Salvini

Si attende il voto di domani della piattaforma Rousseau sul caso Diciotti. E Salvini, dalla Sardegna tira dritto, dicendo di essere tranquillo sul risultato

Diciotti, Grillo contesta il voto: bufera sul quesito su Salvini

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, impegnato in campagna elettorale in Sardegna, torna a parlare del caso Diciotti. Domani, infatti, si attende il voto della piattaforma Rousseau, con cui il Movimento 5 Stelle deciderà se approvare o meno l'autorizzazione a procedere nei confronti del leader leghista. Il vice premier, in diretta Facebook da La Maddalena, dichiara: "I giornalisti sono appassionati sul fatto che domani c'è la consultazione on line sul processo a carico del ministro Salvini: io dormo tranquillissimo. Se votano sì, votano sì e se votano no, votano no: quello che ho fatto l'ho fatto per difendere il bene e la sicurezza dei cittadini italiani. E lo farò ancora finché sarà necessario".

Il voto rischia di spaccare però la maggioranza. E qualcuno nel Movimento 5 Stelle non è convinto della bontà del sistema della piattaforma Rousseau. Lo ha dichiarato lo stesso cofondatore del M5S Beppe Grillo: "Se voti Sì vuol dire No Se voti No vuol dire Sì. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!". Grillo, ironizzando sul sistema di voto, cita il romanzo "Comma 22" dell'americano Joseph Heller in cui è presente il paradosso della regola per cui "chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo". L'altro riferimento, invece, è quello al mito greco di Procuste, il brigante che stirava le sue vittime su un letto come un'incudine e tagliava le parti del corpo che sporgevano.

Dubbi sulla formula del quesito - il sì per dire no - li ha espressi anche la senatrice Paola Nugnes a Repubblica: "La formula non è chiara, bisogna fare uno sforzo per non votare diversamente dalle proprie intenzioni". La senatrice ha poi sottolineato che "il quesito deve essere veritiero, cioè deve contenere anche la valutazione di un interesse pubblico preminente". "Non basta dire 'interesse pubblico' senza spiegare 'in rapporto a cosa'. Valutazione che invece viene richiesta ai senatori della Costituzione. È stato PREMINENTE, questo presunto interesse pubblico, rispetto al diritto costituzionale alla libertà delle persone che erano confinate a bordo della nave?".

E in quei minuti, arriva anche l'ironia della leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che in un tweet polemico scrive: "Qualcosa mi dice che nella consultazione online gli iscritti alla piattaforma Rousseau voteranno per non processare Salvini sul caso Diciotti.

Cari amici del M5S, non sarebbe stato meglio dichiararlo subito, senza esitazioni, invece di fare tutta questa confusione?".

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