Cronaca locale

Dal Giappone all'India. La Scala di Milano farà il giro del mondo

Lirica, orchestra e balletto: da qui al 2020 60 aperture di sipario tra Europa, Asia e Usa

Dal Giappone all'India. La Scala di Milano farà il giro del mondo

Il Teatro alla Scala è il marchio italiano più famoso all'estero dopo Ferrari e più di Armani? Bene. Allora capitalizziamolo perché il beneficio si moltiplica, suggerisce il sovrintendente Alexander Pereira che lancia un appello: «Politica e imprenditoria non fanno abbastanza per seguire questa istituzione quando va nel mondo. Farsi vedere con la Scala potrebbe essere una possibilità per imprenditori e politici. Non fare questo, vuol dire perdere un'occasione importante» ricorda Pereira, sovrintendente in scadenza, ma in attesa di (un molto probabile, ma faticoso) rinnovo. Con il direttore generale Maria Di Freda, ieri ha illustrato il programma internazionale della Scala, da qui al 2020. Il picco massimo si tocca appunto nell'autunno 2020, con la presenza in Giappone con un doppio appuntamento. A Tokyo si esporta Tosca di Puccini nella produzione che vedremo per la prossima apertura di stagione, dunque direzione di Chailly, regia di Livermore e Hernandez nel ruolo del titolo. Quindi Traviata diretta da Zubin Mehta. E sempre l'indiano Mehta, nell'estate del 2020, dirige Traviata nella sua Mumbai e - udite udite - a Riyadh: scelta ardita portare le vicende dell'escort Violetta nel Paese dove l'universo femminile implode a suon di divieti. Più tranquilla la trasferta ad Amburgo, nella fantasmagorica Elbphilharmonie, dove la Scala porta Giulio Cesare di Handel con Cecilia Bartoli protagonista.

Ha costi milionari lo sbarco della Scala al completo, dall'orchestra ai tecnici. Per questo, il calendario dei viaggi scaligeri è anzitutto scandito dagli appuntamenti del Corpo di Ballo, in California, Cina, Hong Kong, Singapore, e dell'Accademia della Scala, presente al Shanghai Festival, in Oman, Libano, e nel teatro saudita costruito dalla compagnia petrolifera di bandiera (Saudi Aramco).

È dal 1878 che la Scala viaggia nel mondo. Dall'anno in cui Milano decideva di esportare il suo gioiello, mossa dall'ebrezza della Seconda Rivoluzione industriale. Tra il 1878 e il 2018 sono stati realizzati 156 progetti di tournée all'estero in 40 Paesi, per un totale di 872 aperture di sipario. Sarebbe interessante avere dati scientifici che misurino le ripercussioni di questi viaggi nel mondo. L'analisi condotta da Enit è vecchiotta, ma dà un'idea dell'effetto moltiplicatore della cultura, che appunto fa bene all'economia. Nel 1995 bastò un viaggio scaligero a Tokyo per innalzare del 20% il consumo dei prodotti italiani in Giappone e per far lievitare il turismo a Milano.

Considerazione a margine. La mappa dei Paesi dove la Scala è andata per la prima volta nell'ultimo ventennio, ricorda dove si concentra la ricchezza, che sempre più spesso non va a braccetto con democrazia.

Cina, regioni petrolifere della Ex Urss, e infine Arabia Saudita: dove si lanciano proclami per un Islam moderato, ma dove spariscono giornalisti scomodi (Jamal Khashoggi, per esempio).

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