Cronaca locale

Imprese, lavoro e traffico Le sfide vinte da Brebemi

In cinque anni cresciuti investimenti e impiego Le auto sono salite del 20% con l'innesto della A4

Michelangelo Bonessa

È la strada giusta. Ne sono convinti in molti e in testa Francesco Bettoni, presidente di A35 Brebemi, sicuro che «Brebemi può diventare la prima autostrada del mondo a economia circolare». Ma i numeri raccontati ieri a Palazzo Lombardia sono positivi sotto tanti aspetti. Da una parte ci sono progetti di avanguardia come l'elettrificazione di alcuni chilometri che renderà l'arteria che collega Brescia, Bergamo e Milano la prima autostrada elettrificata d'Italia. Se funzionerà il test, che prevede la produzione di elettricità sul territorio, potrebbe cambiare radicalmente il traffico su gomma dei mezzi pesanti che secondo il rapporto Anas in Italia è cresciuto dell'1,4% rispetto al 2017.

Intanto ci sono anche altri vantaggi. Nei primi cinque anni di vita Brebemi ha generato quasi un miliardo di investimenti da parte delle imprese, più di 3.600 nuovi posti di lavoro, e ha assistito a una crescita costante dei flussi di traffico con un'impennata del 20% in un anno, dal 2017 in seguito all'apertura dell'interconnessione con la A4 su Brescia. Traffico che in particolare «si è spostato dai centri dei comuni, spesso piccoli, di quella parte di Lombardia» come ha ricordato Claudia Maria Terzi, assessore regionale alle Infrastrutture. La logistica, che in Lombardia vale dieci miliardi di euro, ha colto l'opportunità della nuova autostrada con nuovi stabilimenti come Amazon che si sono insediati in prossimità dell'arteria.

«Un'infrastruttura cambia la vita - ha affermato Massimo Garavaglia, sottosegretario all'Economia - l'esempio della Tav è emblematico: non è la Torino-Lione, ma la Parigi-Milano-Napoli». I ritardi sono da imputare alla burocrazia romana che per l'autostrada ha causato ritardi di due anni e mezzo. Ma il problema è molto più ampio per Garavaglia: «A metà del settennato europeo abbiamo speso meno del 4% dei fondi europei disponibili». E tra i due fondi principali, ci sono 66 miliardi da destinare per l'80% al Sud.

Per rimarcare quanto le infrastrutture cambino in meglio i territori, anche Raffaele Cattaneo, assessore regionale all'Ambiente, ha ricordato che per fare la Brebemi «sono stati sistemati anche 35 chilometri di viabilità locale». Roberto Maroni, che durante il suo mandato da governatore lombardo ha spinto più di tutti per realizzare la A35, ha rilanciato augurandosi che anche la Pedemontana venga completata presto. Così come il suo successore Attilio Fontana che è ritornato sul «gap infrastrutturale lombardo da sanare, in particolare per il sistema ferroviario con situazioni ancora inaccettabili come quello della linea Mantova-Milano».

I vantaggi delle infrastrutture, oltre che ambientali ed economici, sono d'incremento per altri settori come il turismo come ha ricordato il presidente della provincia di Bergamo Gianfranco Gafforelli: «In un anno i flussi turistici al santuario di Caravaggio sono aumentati del 30%».

Ma l'analisi dei costi e benefici dell'A35 ha sollevato anche un'altra questione per bocca del professor Andrea Gilardoni che figura tra gli estensori dello studio: «Stanno finendo le aree a destinazione produttiva e prima o poi bisognerà metterci mano». Molti terreni agricoli potrebbero dunque presto cambiare destinazione d'uso perché la logistica nel Nord Ovest è in fase espansiva e ha fame di nuovi terreni.

Magari vicini all'autostrada.

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