Economia

Leonardo rilancia gli "aerei". E punta a crescere in Cina

Investimento da 130 milioni con il governo per Nola e Pomigliano. Profumo: «Alitalia? Non ci interessa»

Leonardo rilancia gli "aerei". E punta a crescere in Cina

Alessandro Profumo lancia la fase due del restyling di Leonardo, quella del settore aerostrutture. Esclude di entrare nel capitale di Alitalia e si prepara a volare in Cina. Dopo aver risollevato le sorti della divisione elicotteri che nel 2017 aveva causato un profit warning, ieri l'ad della società della Difesa italiana ha delineato un nuovo futuro anche per il settore aerostrutture che in questo momento è un po' «l'anello debole» del gruppo: la società fattura un miliardo e ha 4.500 dipendenti, ma brucia più cassa del previsto. Giusto in settimana, Airbus, committente di Leonardo, ha annunciato di voler fermare la produzione dell'A380 dal 2021 a causa degli ordini insufficienti.

Così ieri, alla presenza del premier Giuseppe Conte e del vice premier, Luigi Di Maio, Profumo ha lanciato l'AeroTech Campus presso lo stabilimento di Pomigliano d'Arco: un hub per l'innovazione tecnologica che ospiterà ricercatori, sviluppatori e nuovi team imprenditoriali impegnati nello sviluppo di tecnologie di frontiera da applicare in ambito aero.

Verranno inoltre rinnovate (entro il 2020) le linee produttive di Pomigliano e Nola con 130 milioni (un impegno finanziario congiunto di governo, Regione e Leonardo) e sbloccati bandi di settore per 1 miliardo. Obiettivo: accrescere l'attuale ruolo di mercato di Leonardo che è il sesto produttore mondiale di aerostrutture per velivoli civili e opera in un mercato che prevede 43.000 nuovi aerei nei prossimi 20 anni, per produrre i quali saranno necessarie nuove tecnologie. Un know how fondamentale per il gruppo anche per imporsi nelle gare internazionali. Aspettando che il 13 marzo si alzi il velo sui conti del 2018 (dovrebbero confermare la ripresa del settore elicotteri anche grazie a diverse importanti commesse, le ultime tra Israele e Usa), ieri Profumo è tornato sul dossier Alitalia: «Non ci interessa. Credo di aver espresso un punto di vista molto chiaro, non ne vedo il senso per Leonardo».

Nei piani del gruppo c'è altro, e in particolare, l'idea di volare presto in Cina: «Stiamo partecipando a una gara, lavorando a una nostra offerta. Ed entro fine aprile dovremo presentarla, insieme al partner locale Kangde», ha detto ieri il capo della Divisione Aerostrutture di Leonardo, Giancarlo Schisano, a proposito della gara lanciata dall'azienda statale cinese Comac per un nuovo aereo da trasporto commerciale. Un grande jet (280 posti) con autonomia di volo fino a 12mila km, denominato CR929, progettato dal gruppo statale Comac. «Se, come ci auguriamo, la nostra offerta sarà accettata - ha proseguito Schisano - cominceremo a costruire uno stabilimento in Cina ed entro il 2025 dovremo consegnare il primo prototipo». L'industria cinese sta investendo per rompere il duopolio nei grandi jet commerciali costituito dall'americana Boeing (cliente principale di Leonardo) e dall'europea Airbus.

Per l'ex Finmeccanica si aprirebbe, dunque, un nuovo fronte commerciale importante: il valore del contratto è stimato in 10 miliardi di dollari, spalmati fino al 2040.

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