Cronache

Pensionato milanese faceva jogging: ucciso da un ippopotamo in Kenya

Correva lungo il fiume in una zona considerata pericolosa

Pensionato milanese faceva jogging: ucciso da un ippopotamo in Kenya

Due grandi passioni: l'Africa e la corsa. Aveva 65 anni Renato Bettini, ma era in forma come un giovanotto. Lui, milanese, dopo una vita di lavoro, si godeva la pensione trascorrendo i mesi estivi in Kenya, il Paese che amava per i suoi colori, la sua gente, il suo clima. Qui, nei pressi di Malindi, aveva un piccolo appartamento da dove ogni mattina «partiva» in tenuta da runner per raggiungere il fiume la Sabaki. Una decina di chilometri: percorso di tutto rispetto, ma che Renato affrontava in scioltezza. Entusiasmo, borraccia dell'acqua, allenamento e abbigliamento tecnico erano sempre al top. Così anche domenica, quando il pensionato si stava gustando l'ennesima escursione tra la tranquillità, il silenzio e lo scenario mozzafiato di una natura quasi incontaminata. Quegli ippopotami - apparentemente serafici - lungo le rive del fiume Renato li aveva visti tante volte, facevano parte di uno scenario a lui ben noto. Ma che lo incantava ogni giorno come se fosse sempre la prima volta. Certo, Bettini sapeva bene che le autorità indicavano quel percorso come una zona pericolosa e non idonea per fare gite solitarie. Ma Renato non era uno sprovveduto, era un esperto di quell'area, la frequentava regolarmente. In passato, mai nessun problema. Fino a domenica. Quando, forse, inavvertitamente si è avvicinato troppo a qualcuno di quegli animali perennemente a mollo lungo nel fiume; o, chissà, se lo è ritrovato improvvisamente sulla pista dove stava correndo. Fatto sta che quel gigante «pacifico» ha avuto una reazione imprevedibile, forse il pensionato è caduto e er lui è stata la fine. Il suo corpo senza vita e martoriato dalle ferite è stato ritrovato domenica sera. L'italiano è stato portato in ospedale, ma ormai era già molto. La notizia è stata diffusa dai media locali e confermata dalla Farnesina che ora, insieme all'ambasciata d'Italia a Nairobi, sta assistendo la famiglia del pensionato; la salma del nostro connazionale dovrebbe essere rimpatriata entro pochi giorni.

«Secondo testimonianze raccolte sul posto - si leggeva ieri sul corriere.it che per primo ha dato la notizia dell'incidente - l'uomo era solito fare jogging sulla riva del fiume ed infatti è stato trovato con indosso dei pantaloncini e delle scarpe da ginnastica. Il cadavere presentava profonde ferite al torace che fanno presupporre che sia stato aggredito da un ippopotamo».

Nel 2018 sono stati una trentina i casi accertati di morti da attacco di ippopotamo in Kenya, sei nel solo mese di agosto sul lago Naivasha.

All'origine di tante tragedie un mix di imprudenza e sottovalutazione della reale pericolosità dell'ippopotamo che, erroneamente, viene considerato un «pacioccone» incapace di attaccare l'uomo. Invece è il contrario. Quel bestione è ben diverso dal «Pippo» che nel vecchio Carosello metteva i pannolini ai bimbi prima della nanna. In realtà «Pippo» non ha nulla di simpatico e domestico. Gli etologi concordano: «L'ippopotamo non ha rivali e non ha predatori, la sua mole e le sue potenti mascelle lo proteggono da qualsiasi pericolo naturale e persino i leoni evitano di incrociare il suo cammino. Inoltre è un animale territoriale molto aggressivo, non tollera nessuno sul suo territorio. Ogni intruso viene attaccato».

Ed essere attaccato da un ippopotamo equivale a morte sicura.

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