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Salvini: "Non ho paura dei processi"

Bari accoglie Salvini con De Gregori, il “generale” promette telecamere negli asili e legittima difesa e sfida la magistratura

Salvini: "Non ho paura dei processi"

“Quando gioco a calcetto mi stiro quindi preferisco fare il ministro e rispedire a casa un po’ di clandestini. Votateci non perché belli ma perché manteniamo la parola. Il 26 maggio dovete cambiare anche il sindaco di Bari altrimenti tenetevi De Caro per vent’anni”. Così Matteo Salvini che vola dalla Sardegna alla Puglia. “Non è una democrazia sana quella che va avanti con i processi ed a colpi di manette, a proposito di Renzi, ma io non temo i processi: dopo Catania mi dicono che sarò messo sotto processo a Torino. Farò il giro d’Italia, se qualcuno pensa di mettermi paura con i processi ha trovato la persona sbagliata. Io tiro dritto, io tiro dritto come un treno, indietro non si torna mai, mai solo avanti... e qualcuno vuole processarmi perché ho difeso i confini e la sicurezza del mio Paese e va bene, venite a portarmi dell’olio Pugliese se mi metton dentro...”.

La sicurezza è la base partendo dagli asili: “Lavorerò perché diventi legge entro l’estate. 134 milioni per accendere le telecamere negli asili e nelle case a tutela delle brave maestre e degli onesti lavoratori. Non si può accettare che un ladro sia condannato a 10 mesi ed un piccolo imprenditore della provincia di Piacenza condannato a 4 anni e mezzo, e con l’obbligo di risarcimento danni di 700mila euro, per essersi difeso ed a me queste cose fanno girare le palle ed entro un mese sarà legge la legittima difesa. Il rapinatore nella prossima vita deve cambiare mestiere.Dobbiamo cambiare anche l’Europa penso agli agricoltori ed i politici falliti della sinistra che temono l’autonomia ma non la temono i cittadini”. Con il decreto sicurezza arrivano telecamere di sicurezza in 33 comuni della Puglia ed arriveranno più poliziotti. “Come abbiamo trovato questi soldi? Bloccando gli sbarchi. A bari figli di papà con i portafogli pieni questi sono i centri, centri asociali non centri sociali e ci chiamano fascisti perché quando non sanno cosa dire, dicono fascisti e da settembre torna sui banchi di scuola l’educazione civica perché serve il rispetto. Insieme ai diritti rispettiamo il dovere. Ma un clandestino non può parlare di diritti.

Casa mia è casa loro ma per donne e bambini”.

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