Politica

Accordo sul latte per salvare il voto

Il governo cerca l'intesa per evitare il boicottaggio delle regionali

Accordo sul latte per salvare il voto

Trovare un accordo significa salvare le elezioni di domenica in Sardegna. Lo sa la politica, lo sanno i pastori. Che si dicono pronti ad accettare un acconto da 80 centesimi al litro per il latte ovino, a patto di arrivare poi a un euro a regime. Ma pretendono anche l'azzeramento del Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop - causa secondo loro del dramma della sovrapproduzione - oltre che una redistribuzione più equa dei profitti nella filiera.

Ieri in un migliaio si sono riuniti a Tramatza, nell'oristanese, e hanno approvato all'unanimità una nuova bozza di accordo da portare al tavolo convocato per oggi a Roma. «Mancano però garanzie per il futuro - dicono i pastori - non ci sono certezze su un prezzo stabile nel tempo». Una corsa contro il tempo anche quella della politica che spera di salvare il voto con una tregua sulla vertenza.

Sono tanti gli allevatori che hanno già stracciato le tessere elettorali in segno di protesta. Sfiduciati, agguerriti, sono loro i protagonisti dell'ultimo rush di campagna elettorale. Matteo Salvini in tour sull'isola ha promesso di lavorare giorno e notte per trovare una soluzione. Anche perché la sfida tra M5s, centrodestra e il candidato forte del centrosinistra Massimo Zedda, si gioca proprio su un ring circondato da pastori sul piede di guerra. Salvini, che per primo aveva convocato un tavolo al Viminale - le cui soluzioni avevano trovato però il muro dei pastori - ora si dice fiducioso: «Le distanze si sono ridotte». Il ministro ha inoltre annunciato anche che a giorni convocherà «i responsabili della grande distribuzione e dei grandi magazzini, che sono quelli che fanno il prezzo». I pastori chiedono proprio di inserire nell'accordo una «distribuzione più equa dei profitti facendo firmare al soggetto venditore (industrie di trasformazione), clausole nelle quali venga dichiarato che il livello di remunerazione della materia prima utilizzata è tale da coprire i costi di produzione».

E ieri il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, insieme con il commissario all'Agricoltura Philip Hogan, ha chiesto più vigilanza sulle frodi di quel latte che arriva da altre parti d'Europa e che viene utilizzato per il Dop.

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