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Boschi: "Renzi? Che coincidenza il voto dei 5S su Salvini”

Durante un’intervista rilasciata a “Il Foglio”, l’ex ministro Pd esprime solidarietà nei confronti dei genitori di Renzi e torna ad attaccare la macchina del fango. “So cos’è la gogna mediatica, l’ho vissuta con mio padre. L’ha vissuta dolorosamente tutta la mia famiglia”

Boschi: "Renzi? Che coincidenza  il voto dei 5S su Salvini”

Anche l’ex ministro Maria Elena Boschi decide di esprimersi in merito alla dibattuta situazione nella quale ora si trovano i coniugi Renzi. Intervistata da “Il Foglio”, la deputata Pd critica duramente il provvedimento dei domiciliari emesso dalla magistratura nei confronti dei genitori di Matteo Renzi, e punta il dito contro la cosidetta “macchina del fango”.

“Basta leggere le carte per capire che la misura cautelare nei confronti dei genitori di Renzi è a dir poco ardita. Per l’accusa sarà difficile sostenere questa tesi fino in Cassazione. Ma intanto è partito il massacro sui social e sui media”. Una carneficina mediatica vera e propria che la Boschi dichiara di conoscere molto bene. “So cos’è la gogna mediatica, l’ho vissuta con mio padre. L’ha vissuta dolorosamente tutta la mia famiglia. E quindi capisco cosa sta succedendo alla famiglia di Renzi. C’è una questione irrisolta nel nostro Paese e riguarda l’uso politico dei fatti giudiziari. Ho sempre avuto fiducia nella giustizia nel suo insieme e continuo ad averla. A volte però possono sbagliare anche i magistrati, per questo il nostro sistema prevede più gradi di giudizio. L’altro problema è che sui fatti giudiziari s’imbastiscono processi in pubblica piazza”.

Il duro attacco della Boschi è tuttavia accompagnato da una precisazione. “Noi non giochiamo al ruolo di vittime di una macchinazione diabolica. Sono altri che lo fanno”. Ed ecco che viene tirato in ballo il ministro dell’Interno. “È Salvini che da mesi spettacolarizza il ruolo della magistratura, che alimenta il suo consenso agitando un conflitto gladiatorio. È lui che si collega in diretta Facebook per aprire davanti a tutti il plico che contiene il suo avviso di garanzia. Qui ci stiamo solo permettendo d’essere stupiti da un provvedimento restrittivo così serio e con quella tempistica”.

Non vittime dunque, ma dal quadro presentato dalla Boschi pare che nei confronti suoi e di alcuni suoi colleghi ci sia una sorta di accanimento. “Ho personalmente subìto la macchina del fango scatenata sui social da M5S e Lega” rammenta ancora una volta l’ex ministro. “Ho assistito per mesi a un dibattito pubblico violentissimo, su questioni che non riguardavano nemmeno me personalmente. E ora che i fatti si stanno chiarendo, ogni volta che c’è una notizia che va in questa direzione, a ogni archiviazione, non ne parla nessuno. Ecco. Per questo dico che c’è un problema di cultura prima di tutto. Di princìpi. Di rispetto delle persone. Per non citare la Costituzione, che se ci piace ci deve piacere tutta”.

E dopo quest’ultima citazione, Boschi si lascia andare ad uno sfogo. “I tempi della giustizia vanno aspettati e rispettati. E infatti sono sempre prudente. Mentre in Italia ci si abbandona facilmente alla barbarie, alla violenza verbale. O al silenzio complice e pauroso. All’opportunismo. Opportunismo, non complotto, ci tiene a chiarire la politica, che però poi lancia uno strale non da poco. “Noi non abbiamo parlato di complotto. Noi attendiamo i magistrati. Può essere che qualcuno abbia usato toni più forti ma nessun complotto. Essere garantisti significa però credere anche in una giustizia giusta, e non voglio qui citare De Gregori: ‘Cercavi giustizia ma trovasti la legge’. Ricordo di cosa parliamo: due settantenni incensurati messi agli arresti.

Un provvedimento così forte che arriva dopo mesi dalla richiesta, in un orario insolito, in coincidenza con il voto su Salvini e per una vicenda di anni fa”.

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