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Curato con l'aerosol ma ha la polmonite Muore il neonato dimesso dall'ospedale

Al bimbo di 20 giorni diagnosticata la rinite. Inchiesta per omicidio colposo

Nadia Muratore

Torino È arrivato in ospedale che tossiva e faceva fatica a respirare, il piccolo Giacinto, venti giorni appena, dimesso dall'ospedale Maria Vittoria di Torino, dopo la visita dei medici che lo hanno rimandato a casa, consigliando ai genitori di fargli l'aerosol. Il piccolo però è morto dopo poche ore dalle dimissioni e per far chiarezza la procura di Torino ha aperto un'inchiesta, con l'ipotesi di reato - per ora contro ignoti - di omicidio colposo. Il sospetto è che il neonato sia deceduto per una polmonite che non è stata curata in maniera appropriata.

Il piccolo rifiutava il latte, faticava a respirare e dormiva praticamente tutto il giorno, quando i genitori, dopo essersi rivolti al pediatra e visto il persistere dei sintomi, la notte del 31 gennaio lo hanno portato al pronto soccorso. I medici, dopo averlo visitato, l'hanno dimesso e gli hanno prescritto l'aerosol. Sul referto medico rilasciato ai genitori, c'è scritto «rinite» e per questo sono stati consigliati «lavaggi nasali, aerosol, umidificazione dell'ambiente, pasti frequenti e frazionati», con un controllo del medico curante «entro le prossime 48 ore». Giacinto, però, a quell'appuntamento con il dottore non c'è arrivato, perché è morto prima.

Infatti una volta tornati a casa dall'ospedale, la mattina del 2 febbraio il bimbo ha perso i sensi ed è svenuto. I genitori hanno quindi chiamato il 118, ma il piccolo è morto poco dopo essere arrivato all'ospedale. Sul corpo del bambino è stata eseguita l'autopsia dal medico legale Francesco Bison, ma per stabilire le cause del decesso sono necessari gli esiti dei campionamenti su cui verrà fatta una lunga serie di analisi. Ad un primo riscontro pare però che il neonato sia stato stroncato da una polmonite fulminante. Il decesso sarebbe da attribuire a una «polmonite ab-ingestis», solitamente causata dall'ingresso di materiali estranei - come del cibo - nell'albero bronchiale.

Ciò che l'indagine aperta dalla procura di Torino intende stabilire è come mai chi lo ha visitato in quelle ore critiche, ha scambiato i sintomi della polmonite fulminate con quelli di una rinite. Inoltre sarà fondamentale per le indagini accertare se il piccolo poteva salvarsi attraverso cure adeguate.

«Vogliamo solo giustizia -, hanno detto in lacrime i genitori, seguiti dagli avvocati Enzo Pellegrin e Federico Milano -. I medici l'hanno visitato in un quarto d'ora, l'hanno dimesso e gli hanno prescritto l'aerosol. Abbiamo fatto tutto ciò che ci è stato detto ma, quella maledetta mattina, nostro figlio ha girato gli occhi e ha perso i sensi. Quando è arrivato il 118, i medici hanno cercato di rianimarlo per quasi un'ora e poi l'hanno portato all'ospedale, ma quando siamo arrivati ci hanno detto che non ce l'aveva fatta. E noi vogliamo sapere il perché». «Il neonato - spiega l'avvocato della famiglia Enzo Pellegrin - è morto 38 ore dopo essere stato dimesso dall'ospedale.

Non ci risulta siano stati eseguiti accertamenti radiografici, che forse avrebbero potuto segnalare eventuali anomalie».

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