Cronaca locale

Torna a scorrere il sangue, due omicidi in dieci ore

Prima l'esecuzione in stile malavitoso a Basiglio poi un agguato per vendette personali a Rozzano

Torna a scorrere il sangue, due omicidi in dieci ore

Due agguati programmati a tavolino. Due omicidi di natura completamente diversa, a una decina di ore di distanza l'uno dall'altro, ma con la vittima designata attesa pazientemente e la quasi certezza che non sarebbe mai mancata «all'appuntamento» con un destino forse non del tutto imprevedibile se non addirittura già segnato. Il primo a morire, ieri mattina, è stato Giuseppe Giuliano, 64 anni, imprenditore edile con vecchi precedenti per associazione a delinquere (risalgono agli anni Novanta) ferito mortalmente con due proiettili poco prima delle 7.30 a Cascina Vione, una frazione di Basiglio. Il colpo di scena dieci ore più tardi, qualche minuto prima delle 18, quando un altro italiano praticamente della stessa età del primo, il 63enne Antonio Crisanti, è stato freddato ancora una volta a colpi di arma da fuoco, stavolta addirittura cinque, a Rozzano, in viale Lazio, nel piazzale davanti al supermercato «Il Gigante». A ucciderlo è stato il genero Emanuele P., 30 anni, già noto alle forze dell'ordine e che dalle prime ricostruzioni avrebbe agito per vendetta: per punire cioè il padre della moglie per una brutta vicenda di abusi anche se non conosciamo i dettagli. Pavone è fuggito subito dopo l'agguato, ma più tardi avrebbe deciso di costituirsi ai carabinieri della compagnia di Corsico.

Ma procediamo con ordine. Quando ieri mattina è stato ucciso a bordo del suo Fiat Doblò bianco, Giuseppe Giuliano stava entrando nel cantiere dove la società di cui era titolare si occupa in questi mesi della ristrutturazione della storica cascina. È stato allora, mentre era ancora a bordo del mezzo e stava parlando al telefono con uno dei suoi operai per avvisarlo del suo arrivo, che è stato raggiunto alla testa e al collo da due proiettili. Secondo la ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Abbiategrasso, di quelli del nucleo investigativo del comando provinciale di Milano e della Rilievi intervenuti sul posto il killer era nascosto dietro un cespuglio, dove si era appostato. Da lì sarebbe sbucato fuori all'improvviso e dopo essersi avvicinato fulmineo al furgone ha sparato contro Giuliano con un'arma di piccolo calibro. Proprio l'operaio con cui era stato al telefono qualche attimo prima ha trovato l'imprenditore riverso sul sedile, in mezzo al sangue, e ha chiamato i soccorsi.

Giuseppe Giuliano è morto poche ore più tardi alla clinica Humanitas di Rozzano dove era arrivato già in condizioni disperate.

Le indagini sono ancora all'inizio, ma qualche base da cui partire per gli investigatori forse c'è: i precedenti della vittima non costituiscono poca cosa. Inoltre la dinamica dell'omicidio ha tutte le stimmate dell'imboscata in stile malavitoso. Un fatto questo che, almeno per il momento, farebbe passare in secondo piano un movente di tipo privato, personale.

Padre di due figlie, l'uomo all'apparenza aveva un'esistenza cadenzata dalla normalità più assoluta.

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