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Revocata la libertà su cauzione. Il cardinal Pell andrà in carcere

Il cardinale, giudicato colpevole di aver abusato due coristi minorenni, verrà trasportato in carcere il prossimo 13 marzo

Revocata la libertà su cauzione. Il cardinal Pell andrà in carcere

Dopo la condanna di ieri, il cardinale George Pell si è visto negare la libertà su cauzione e ora sarà detenuto in un centro di custodia cautelare per poi esser trasferito in un carcere. La sentenza definitiva verrà emessa il prossimo 13 marzo e l'alto prelato ora rischia fino a 50 anni di carcere per aver abusato, nella sagrestia della chiesa di Saint Patrick a Melbourne, di due coristi di 12 e 13 anni. Il cardinale ha intanto presentato appello contro il verdetto di colpevolezza.

Nella tarda serata di ieri, il Vaticano, con un tweet di Alessandro Gisotti, direttore ad interim della sala stampa della Santa Sede, ha fatto sapere che Pell non ricopre più alcun incarico all'interno della Chiesa cattolica: "Posso confermare che George Pell non è più il prefetto della Segreteria per l'Economia", ha scritto Gisotti.

Lo stesso Gisotti, ha fatto sapere nei giorni scorsi che "la Santa Sede si unisce a quanto dichiarato dal Presidente della Conferenza Episcopale Australiana nel prendere atto della sentenza di condanna in primo grado nei confronti del Cardinale George Pell". E, poi, il direttore ad interim della sala stampa della Santa Sede ha detto che la notizia della condanna di Pell rappresenta per la Chiesa "una notizia dolorosa che, siamo ben consapevoli, ha scioccato moltissime persone, non solo in Australia. Come già affermato in altre occasioni, ribadiamo il massimo rispetto per le autorità giudiziarie australiane".

Per questo motivo, ha proseguito Gisotti, "attendiamo ora l'esito del processo d'appello, ricordando che il cardinale Pell ha ribadito la sua innocenza e ha il diritto di difendersi fino all'ultimo grado. In attesa del giudizio definitivo, ci uniamo ai vescovi australiani nel pregare per tutte le vittime di abuso, ribadendo il nostro impegno a fare tutto il possibile affinchè la Chiesa sia una casa sicura per tutti, specialmente per i bambini e i più vulnerabil".

La parabola di Pell in Vaticano

L'alto prelato era il numero tre in Vaticano, prefetto dell'Economia e membro del C9, il consiglio fortemente voluto da papa Francesco. Dopo che le voci sugli abusi hanno cominciato a diffondersi, il cardinale è stato messo poco alla volta nell'angolo. Ottenne la berretta cardinalizia nel 2003, sotto Giovanni Paolo II e, dieci anni dopo, venne chiamato a Roma da Bergolio. L'obiettivo era quello di riformare la Chiesa. I guai iniziano nel 2014, quando viene chiamato a testimoniare davanti alla Royal Australian Commission. Tra il 2015 e il 2016 viene accusato di aver coperto altri sacerdoti che avrebbero abusato di alcuni minori negli anni Settanta. Il cardinale respinge le accuse, ma non basta. Nel 2017 viene accusato formalmente di violenza su un minorenne.

Nel 2017 viene pubblicato il libro Avarizia di Emiliano Fittipaldi e l'alto prelato finisce in un nuovo scandalo. Questa volta di tipo finanziario. Secondo la ricostruzione del volume, infatti, Pell avrebbe goduto di spese pazze, voli in business class, mobili di pregio e vestiti su misura, per mezzo milione di euro in sei mesi.

Il 12 dicembre del 2018, l'ex portavoce del Papa, Greg Burke, annuncia l'uscita di Pell dal C9, con Francisco Javier Errzuriz e Laurent Monsengwo Pasinya, "tenendo conto della loro avanzata età". Una data non casuale. Poco prima infatti il cardinale era stato giudicato colpevole in primo grado nello stato di Victoria.

Condanna che è stata comunicata in modo ufficiale solamente ieri.

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