Cronaca locale

Chailly dirige Mahler per tre giorni alla Scala: "È un mondo di suoni"

La Filarmonica da oggi esegue la "Quinta" Il maestro: "Come una corazzata sinfonica"

Chailly dirige Mahler per tre giorni alla Scala: "È un mondo di suoni"

Chiuso il tour europeo alla testa dell'Orchestra Filarmonica, il direttore Riccardo Chailly torna alla Scala per la stagione dei concerti sinfonici. Lo fa - sempre alla testa della Filarmonica - con una terna di serate, da oggi al 2 marzo.

In programma, un solo nome, Gustav Mahler autore della «Quinta Sinfonia», incorniciata da due prime esecuzioni italiane, «Nicht zu schnell» dal «Quartetto con pianoforte in la minore» e «Symphonisches Präludium» nella ricostruzione di Albrecht Gürsching. Mahler è uno dei compositori nelle corde di Chailly che lo ha scavato e radiografato fino all'ultima cellula con le orchestre che hanno accompagnato i suoi quasi cinquant'anni di attività, dal complesso del Concertgebouw di Amsterdam a quello del Gewandhaus di Lipsia, ma anche la Verdi di Milano nella quale instillò un'identità mahleriana. Ora condivide questo cammino con l'orchestra milanese che assieme al suo direttore musicale sempre più entra nelle viscere di questo compositore. Le Sinfonie di Mahler - per dirla con il musicista - sono un mondo costruito con i suoni. Un mondo antisovranista, aperto a contaminazioni e confronti, attraversato da una forza sinfonica che si muove come una corazzata. Mahler è stato uno degli autori «esportati» durante l'ultima tournée con la Filarmonica. Tournée che sono «un atto di verifica del valore che l'orchestra rappresenta oggi. Quando andiamo nel mondo, incarniamo una identità nazionale che è importante fare conoscere per poter dialogare con le capitali europee. La Scala è conosciuta nel mondo anzitutto per l'opera, ma grazie alla Filarmonica, la Scala da anni ha costruito un'importante identità sinfonica», spiega il maestro Chailly.

In aprile, la Filarmonica sarà a Lucerna tra i protagonisti del festival di Pasqua. Appuntamento che ricorda il legame sempre più stretto fra i due enti e città. E proprio di recente, Chailly s'è visto prorogare il contratto con l'Orchestra del Festival elvetico fino al 2023.

«Quando ho iniziato nel 2016 - afferma - da subito ho voluto pensare, insieme al direttore artistico Michael Haefliger, alla presenza di un direttore ospite. Abbiamo avuto Haitink, e quest'anno Yannick Nézet-Séguin. Inaugureremo la prossima edizione con Rachmaninov, un autore legato alla città di Lucerna ma che l'orchestra non aveva mai eseguito. L'idea è di allargare il repertorio sinfonico d'ottocento e primi Novecento, coinvolgendo anche autori poco frequentati.

Poi c'è la linea mahleriana tracciata da Abbado che è imprescindibile».

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