Cronaca locale

La vittima intercettata: forse «annunciato» l'omicidio di Rozzano

Paola Fucilieri

Quando è stato ucciso era sotto intercettazione per conto della Procura dei minori di Milano Antonio Crisanti - il 63enne freddato con quattro colpi di pistola dall'ex genero di 35 anni Emanuele Spavone lunedì pomeriggio davanti al centro commerciale «Il Gigante» in viale Lazio. Il giovane uomo, costituitosi il giorno seguente l'agguato mortale, voleva infatti vendicare presunti abusi sessuali emersi la scorsa estate ma cominciati nel 2016 sulla figlia da parte del nonno che per questo lui stesso e la ex moglie (figlia di Crisanti) avevano denunciato alle autorità a novembre. Gli inquirenti ora stanno facendo chiarezza proprio su quelle intercettazioni. Per analizzare se ci siano elementi che potessero in qualche modo dare in anticipo un sentore di quanto sarebbe accaduto poi lunedì davanti al centro commerciale di Rozzano. Dalle conversazioni trascritte e dai messaggi si cerca di capire cioè se le intenzioni omicide dell'ex genero di Crisanti fossero state espresse o comunque risultino intuibili da telefonate minatorie o minacce scritte.

Oltre che su possibili altri episodi di pedofilia di cui Crisanti potrebbe essere responsabile s'indaga anche sulla figura dell'uomo all'interno della sua stessa famiglia. Per escludere totalmente che qualcuno tra i parenti in passato fosse a conoscenza o addirittura possa essere stato vittima a sua volta di attenzioni morbose da parte dell'uomo senza però avere mai trovato il coraggio necessario per confessarlo.

Dopo l'inchiesta aperta dal procuratore Monia Di Marco su di lui Crisanti era stato allontanato dalla famiglia ed era tornato in Campania, a Secondigliano. L'uomo era tornato a Milano sabato scorso a ridosso dell'incidente probatorio sulle dichiarazioni della nipote che c'è stato lunedì, un paio d'ore prima dell'omicidio.

Al momento sembra sia da escludersi la partecipazione paventat in un primo tempo di altri famigliari al piano di Emanuele Spavone di uccidere l'ex suocero.

Lui e il complice (che però si è limitato a guidare lo scooter) sono accusati di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.

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