Politica

Ingegnere, padre di famiglia e rispettabile Si fingeva ginecologo e stuprava ragazzine

Il 50enne, adescava le sue vittime sui social. E si faceva anche pagare

Paola Fucilieri

Milano Ingegnere monzese 50enne, ottimo professionista, posizione economica agiata, socialmente ben inserito e con legami parentali di tutto rispetto, nel passato nemmeno una multa per sosta vietata e nel privato - quello conosciuto, ovviamente - irreprensibile da ogni punto di vista, sia professionale che in qualità di marito e padre di famiglia. «Il 20 febbraio l'abbiamo fermato mentre andava al lavoro per tutelare soprattutto la sua famiglia, ci siamo trovati davanti un uomo apparentemente impeccabile; gli abbiamo consegnato il provvedimento di custodia cautelare emesso dalla Procura di Milano e che, a conclusione dell'indagine condotta dalla nostra squadra investigativa, lo accusa di violenza sessuale su minori aggravata, adescamento e invio di materiale pedopornografico a tre ragazze di età compresa tra i 15 e i 17 anni di cui aveva abusato, in due casi violentandole. Lui è rimasto calmissimo e non ha detto nulla. All'interrogatorio di garanzia, lunedì, non si è avvalso però della facoltà di non rispondere» spiegano al commissariato di Monza. Elementi che avvalorano sempre più la tesi che il mostro fa paura perché è, a tutti gli effetti, «uno di noi». «Peraltro dotato di un'intelligenza notevole e grandi capacità da manipolatore» precisa la polizia.

L'uomo appena descritto infatti, uscito dal lavoro, sempre avvolto dall'aura di autorevolezza e perbenismo che lo contraddistingue, raggiungeva un appartamento brianzolo e nel pomeriggio si trasformava nel dottor Alberto Berti, specialista in ginecologia ed esperto in cure miracolose contro l'infertilità, frigidità, dolori mestruali e in possesso di un valido trattamento farmacologico anticoncezionale. Così proponeva le sue «cure», corredate da un finto curriculum professionale, attraverso la chat di Instagram, a ragazze minorenni, di cui si faceva mandare foto delle parti intime, per poi convocarle nel suo appartamento (lo studio, sosteneva, era inutilizzabile al momento) e, facendo leva sulle loro insicurezze e fragilità, insisteva perché si sottoponessero alla terapia che, tenendo conto dell'immaturità delle giovanissime irretite, altro non era che uno stupro in piena regola.

Per avvalorare la validità dei suoi risultati l'uomo, sempre sui social, creava falsi profili di adolescenti, tutti molto attraenti, che si sperticavano in lodi sui risultati ottenuti attraverso le sue cure. E se le sue vittime tentavano di prendere le distanze il finto Berti le riportava a sé, con i suoi viscidi tentacoli (l'inchiesta è stata denominata Octopus, cioè polpo) chiedendo del denaro per le «visite» (375 euro) e minacciando di andare a riscuotere la somma dai genitori. «Portatemi clienti giovani» esortava le sue vittime Berti. È stato dopo un exploit dove l'uomo pretendeva proprio che gli venissero presentate delle giovanissime che una delle adolescenti abusate si è confidata con il padre e ha sporto denuncia alla Procura di Milano.

Mentre il procuratore Letizia Mannella invita le famiglie a vigilare sulle frequentazioni social dei figli, le indagini proseguono.

Commenti