Politica

Grillo attacca il corteo «Razzismo inventato» Sala: «Rispetti la piazza»

Il sindaco di Milano replica al comico: «Il problema qual è, non c'erano i vaffa?»

Beppe versus Beppe. Ad aprire il duello il giorno dopo la manifestazione antirazzista - o anti Salvini - che ha visto marciare fin sotto al Duomo di Milano 200mila persone secondo gli organizzatori (centomila in meno per chi gestisce i cortei) è Beppe Grillo. Il comico e garante del Movimento 5 Stelle scrive sul suo blog che le persone «hanno manifestato contro un razzismo esclusivamente mediatico ma il sindaco Sala lo definisce un momento spartiacque. E ha ragione. Chiunque abbia un minimo di buonsenso non vede alcun razzismo, ma solo un crescente egoismo sociale». Ma allora, continua Grillo, «cosa sta succedendo? Sembra che il paese non voglia confrontarsi con i suoi veri fantasmi. Se fosse una manifestazione contro l'egoismo, contro il mors tua vita mea, ne sarei felice. Ancora di più, se fosse un corteo contro la mafiosità, i favori e le caste. Ma stiamo soltanto sognando. Il Paese sceglie falsi problemi: piuttosto che decidere di sostenere i suoi milioni di poveri preferisce disquisire di miliardi per bucare una montagna ed altre questioni che non esistono. Piuttosto che cacciare i mafiosi della politica offre a quella stessa vecchia politica alibi per rifarsi l'ennesimo lifting. Terreno di coltura ideale per i frou frou piddini e berlusconiani: cabaret invece che lotta. Persi nelle nebbie delle primarie si ritrovano nel vuoto nulla impannocchiato in fronzoli».

L'altro Beppe, il sindaco Sala che in piazza a Milano è stato l'unico a prendere la parola, oscurando alla vigilia delle primarie i candidati alla segreteria del Pd Nicola Zingaretti e Maurizio Martina, ribatte a Grillo con un lungo post su Facebook. Quasi una lettera aperta. «Da Beppe a Beppe - è l'attacco -. Caro Grillo, tu che hai fatto capire a tanti cos'è la partecipazione, dovresti sapere che quando centinaia di migliaia di persone vanno in piazza per farsi ascoltare vanno rispettate. Mi spiace che tu, il fondatore della principale forza di governo, liquidi questa realtà con sprezzo. Forse non ti piace quello che hai visto perché la gente di Milano non ha detto nessun vaffa?». Con garbo, chiede al comico «solo una cosa (se posso permettermi di chiederti alcunché). Prova ad approfondire il senso di ieri. Liquidare la marcia come una manifestazione contro il razzismo è limitativo. Lì c'era molto di più. C'era la Milano dei diritti, ma anche dei doveri. C'era l'urlo di una città che non ci sta a credere in una sola verità e nella semplificazione di una certa visione di società. C'era, soprattutto, l'orgoglio di una città che manifesta ma al contempo realizza. Solidarietà e sviluppo, legate a filo doppio e interdipendenti. Pensaci. Se vuoi io sono qui e sarei contento di confrontarmi con te su questi temi».

Mariastella Gelmini, presidente di Forza Italia alla Camera, contesta «il comico Grillo» che «si permette di deridere le persone scese in piazza a Milano. Le piazze vanno sempre rispettate quando si è con loro e quando non la si pensa come loro. Avviene così in democrazia. Ma forse qualcuno dovrebbe spiegargli che esistono le piazze reali e non solo quelle tarocche di Rousseau». E la capogruppo Fi al Senato Anna Maria Bernini aggiunge che «è inutile spiegargli che la Tav non è solo un buco in una montagna ma un essenziale strumento di sviluppo, farebbe finta di non capire.

Fortunatamente glielo stanno cominciando a spiegare gli italiani con la decrescita elettorale dei 5 Stelle».

Commenti