Cronaca locale

Un premio per i talenti del pianoforte dedicato a Mormone

Piera Anna Franini

Dopo anni di vuoto, finalmente Milano ospita un Premio Internazionale dedicato al pianoforte. Il vincitore si aggiudicherà di 30mila euro, concerti premio, una registrazione discografica con Universal e management referenziato ovvero l'agenzia Baldrighi, la boutique del settore. L'iniziativa è intitolata ad Antonio Mormone, il fondatore della Società dei Concerti, scomparso due anni fa. «Un napoletano che scelse di stare a Milano», ricorda la moglie Enrica, che ha raccolto il testimone. Da scopritore di talenti, Mormone ha contribuito al lancio di pianisti poi celebri o celeberrimi. Uno su tutti: Evgeny Kissin, un musicista schivo, mai in una giuria, ma che questa volta ne sarà addirittura presidente. L'obiettivo è scovare l'artista dotato di carisma, di una magia che sprigiona non appena mette piede in palcoscenico, qualità che una competizione tradizionale difficilmente riesce a cogliere. Per questo il Premio Mormone va oltre la classica metodologia della gara dove il pianista è chiamato a esibirsi in un determinato programma di fronte a una giuria che alla fine emette il verdetto. Il Premio intende misurare l'interprete sul campo: lo vuole vedere in azione. Si procede con una debita scrematura vagliando i video di esecuzioni. Poi, verranno selezionati 10 candidati ai quali si offre l'opportunità di tenere concerti nelle istituzioni milanesi, i membri della giuria sederanno in incognito fra gli spettatori. Per questo ciclo di concerti, ci si spinge anche negli spazi più periferici, come il Barrio's. «Perché è facile suonare nelle sale deputate. La sfida sta nel sapersi misurare con le sale meno scontate, dove potrebbe esserci un pubblico nuovo, che magari non gradisce e se ne va, e tu, concertista, devi invece saper trattenere il pubblico», spiega il musicista Matthieu Mantanus che con Enrica Mormone seguirà tutte le fasi del Premio come co-direttore artistico.

Al lancio dell'iniziativa è intervenuto anche il sindaco Sala convinto che Milano, «pur nel rispetto di chi ha qualche anno in più, deve sviluppare la sua forza tramite i giovani. Che creeranno nuovo sangue e prenderanno il nostro testimone. Milano prospera essendo città aperta». Quanto al premio in senso stretto: «è molto milanese: rigoroso e selettivo. A me piace l'idea che ci sia meritocrazia». È intervenuto anche Alexander Pereira, sovrintende della Scala dove il 5 luglio del 2020 si terrà la finale con orchestra.

La giuria accoglie concertisti italiani e stranieri, da Bruno Canino a Olga Kern.

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