Cronaca locale

La baby gang che terrorizzava Milano. Botte per cinque euro e un berretto

Sono nove tra i 16 e i 17 anni. Feroci, rissosi e per niente pentiti

La baby gang che terrorizzava Milano. Botte per cinque euro e un berretto

Milano «A guardarli non si direbbe mai. Sembrano ragazzetti innocui, alcuni anche fisicamente molto minuti. Li osservi per capire, per tentare di comprendere. O anche solo per immaginarteli visivamente mentre, così giovani, raccolgono quella violenza inusitata che li anima al punto da farla esplodere spaccando a botte il setto nasale a un loro quasi coetaneo per portargli via pochi euro... Quel povero giovane ha avuto 20 giorni di prognosi! E che dire di quell'altro a cui hanno rotto una bottiglia sul braccio?».

Ce ne vuole a sbalordire gli investigatori dell'Arma dei carabinieri, professionisti che conoscono il mondo criminale e i suoi adepti come pochi altri. Ma tant'è. Certo può impressionare anche degli «addetti ai lavori» fermare nove ragazzini italiani fra i 16 e i 17 anni autori di rapine ed estorsioni tra la zona Navigli e l'hinterland milanese armati solo di una pistola ad aria compressa (naturalmente dopo averle tolto il tappo rosso per farla sembrare un'arma a tutti gli effetti) e di una violenza fisica indirettamente proporzionale a bottini irrisori: dai 5 ai 50 euro, qualche cellulare, un paio di occhiali da sole, addirittura insulsi cappellini. In cinque mesi questo «branco», che faceva capo a un 17enne un po' più carismatico del resto del gruppo ma che per gli investigatori non può essere considerato un vero e proprio capo, ha messo a segno almeno undici colpi. E «almeno» è la parola chiave di questa brutta vicenda: le indagini, in seguito alle denunce di aggressione e lesioni, iniziano infatti solo a luglio 2018 e si concludono a novembre con la richiesta delle misure cautelari alla Procura di Milano e che sono stati concessi l'altro ieri. «Certo: se qualcuno altro fosse rimasto vittima di questo gruppo di ragazzi, ben vengano ulteriori segnalazioni» precisano i carabinieri che non possono e non devono escludere che ci siano altri casi.

Sono stati i militari della compagnia di Abbiategrasso a catturarli. Sempre secondo le testimonianze raccolte in sede di denuncia i ragazzi hanno colpito una volta sola in città, a Milano, lungo i Navigli; per il resto si sono accaniti contro coetanei o ragazzi di poco più grandi di loro in centro ad Abbiategrasso - cittadina a 30 chilometri a sud ovest della città - prendendo di mira tra la mattina e il pomeriggio chi saliva o scendeva dai pullman. «La pianificazione con cui mettevano in atto i loro assalti fa pensare a un'attività criminale di una certa esperienza - spiegano gli inquirenti -. Tuttavia se alcuni di loro sono figli di gente con precedenti penali, altri no, provengono da famiglie senza problemi con la giustizia. Resta la violenza a impressionare. Certamente non spiegabile con i pochi grammi di hashish e marijuana rinvenuti durante le perquisizioni domiciliari».

Sì resta ammutoliti dinnanzi al caso del giovane aggredito mentre era fermo a bordo di un'auto. L'attenzione degli aggressori viene attirata dal clacson che un altro automobilista suona per «dargli una mossa». Ed è allora che il branco entra in azione e lo massacra di botte, gli spacca il setto nasale. Un pestaggio in piena regola. Per una manciata di euro da spartire.

Al momento della cattura, davanti alle famiglie, alcuni tra i ragazzi hanno fatto un po' di resistenza, altri si sono chiusi nel silenzio.

Nessuno ha mostrato pentimento o ha chiesto scusa.

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