Politica

8 MARZO

L'altra faccia della festa: otto storie di donne odiate dalle femministe

Ne abbiamo scelte otto, come l'otto di marzo, ma sono molte di più. Donne che si battono per le donne, ma lontano dall'ipocrisia del femminismo militante, delle battaglie per il «non una di meno» ma solo se tutte la pensano come me. Sette donne (e una bambola), che non hanno paura di viaggiare controcorrente, di sfidare il pensiero unico, indifferenti persino alle minacce di morte che arrivano da donne come loro. O che si battono per i diritti della donna nell'indifferenza di chi dovrebbe stare al loro fianco. Sono il contrario di quelle che ieri gridavano «tremate, tremate le streghe son tornate» e oggi ti spiegano che «il velo islamico è una libera scelta della donna»: di quelle che difendono l'uguaglianza, ma solo se funzionale alla Causa; che in piazza non le vedi mai quando a sfidare l'integralismo religioso e i padri padroni non sono quelli che piacciono a loro. Una donna dovrebbe essere due cose, diceva Coco Chanel, chi e cosa vuole.

Con o, meglio, senza femminismo a due facce.

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