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Il Napoli dimentica la Juve volando in Europa

Tutto facile per la squadra di Ancelotti contro il Salisburgo: i quarti di finale sono ipotecati

Angelo Rossi

Napoli «È ora di vincere qualcosa», lo dice il ds Giuntoli prima della partita e l'auspicio diventa parola d'ordine. Lo spogliatoio recepisce il messaggio, ne fa tre agli austriaci che sono veloci, giocano in verticale e sulle corsie laterali. Così facendo hanno provocato ansia nei difensori napoletani, pressing feroce da togliere il respiro ai portatori di palla. Un paio di conclusioni dalle parti di Meret, il tempo di comprendere come buttava e allora ecco il Napoli replicare allo stesso modo: ripartenze fulminee e l'M2 scrive le prime pagine della serata, la coppia scelta a sorpresa dall'allenatore (fuori Insigne) per far crollare il muro austriaco. Sono stati loro a riscaldare i 35mila, dieci minuti e subito si esulta: l'azione inizia da Zielinski, palla a Mertens che confeziona una giocata preziosa e decisiva. Uno dei suoi soliti assist, il settimo della stagione, proprio a favorire il centravanti polacco e per Arkadiusz sono statistiche più che confortanti: rete stagionale numero sedici, quattordici in campionato e uno in coppa Italia. Ma soprattutto il primo in Europa, e anche il primo messo a segno con il piede destro, il sinistro questa volta gli è servito per dribblare il portiere Walke in uscita.

Altri sussulti avversari (rete annullata a Daka per fuorigioco) e poi irrompe Fabian Ruiz che con il sinistro fa tutto, porta palla, dribbla e tira. Si è piazzato in una delle zone di campo che preferisce, la lunetta dell'area avversaria, un primo tentativo dentro l'area pareva gol fatto se non ci fosse stata la deviazione di un difensore. Ma dopo pochi minuti prende la mira e indovina la prodezza della serata, una di quelle botte che lasciano immobile e senza respiro qualunque portiere. Chicche di un primo tempo che hanno accontentato il popolo del San Paolo, soddisfatto del doppio vantaggio e infastidito quando una curva ha intonato cori di protesta nei confronti del presidente De Laurentiis: gli altri settori hanno risposto con chiari segnali di dissenso.

La capacità del Salisburgo di interpretare meglio parte del secondo tempo ha costretto Meret a un paio di miracoli: decisive le respinte di piede e di mano del portierino napoletano. Attaccare per non essere attaccati, ovvia la replica tattica suggerita dalla panchina e allora ecco finalmente il Napoli alzare i ritmi. A campo aperto Mertens si divora il tris, che arriva con un colpo di testa spettacolare di Onguenè, naturalmente nella porta sbagliata, giusto per completare una prestazione a dir poco disastrosa e sottolineare i deficit della propria difesa. Formazione che corre e che morde alle caviglie ma in fase passiva piuttosto disorientata dalla velocità dei partenopei, graziata da Callejon e da Milik altrimenti ci scappava il poker.

Va bene comunque, sarebbe da folli non farsi bastare tra una settimana il triplo vantaggio anche se mancheranno gli squalificati Maksimovic e Koulibaly.

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