Cronache

Effetto boomerang sulla Tav: "L'Italia perderà 300 milioni"

La Telt risponde a Conte e mette in luce tutti i rischi che corre l'Italia con un altro rinvio: così scatta la sforbiciata sui fondi

Effetto boomerang sulla Tav: "L'Italia perderà 300 milioni"

Sulla Tav è ancora braccio di ferro. Il governo alla fine ha scelto di non decidere per evitare una crisi di governo che appariva da qualche giorno ormai dietro l'angolo. La mossa per guadagnare ancora qualche mese di fatto è stata portata avanti dal premier Giuseppe Conte che con una lettera alla Telt ha messo in discussione l'opera: "Oggi è stata una mattinata di intenso lavoro che ha prodotto i suoi frutti. Ho inviato una lettera alla Telt, società incaricata della realizzazione della Torino - Lione, invitandola ad astenersi, con effetti immediati, da qualsiasi ulteriore attività che possa produrre ulteriori vincoli giuridici ed economici per lo Stato italiano con riguardo ai bandi di gara. Ho chiarito che questo Governo e le forze politiche che lo sostengono si sono impegnati a ridiscutere integralmente« questo progetto e che abbiamo intenzione di interloquire con la Francia e con l’Unione europea alla luce delle più recenti analisi costi-benefici da noi acquisite. Ovviamente non vogliamo che nel frattempo si perdano i finanziamenti europei già stanziati".

Parole chiare: si va avanti ma con la possibilità di poter tornare indietro salvando per il momento gli stanziamenti. Ma la Telt, nella sua risposta al premier di fatto chiarisce tutti i rischi che corre adesso l'Italia: "a pubblicazione dei bandi di gara relativi ai lavori principali è stata rinviata, su richiesta del governo italiano e con l'accordo del governo francese, pur invitando la società a fare in modo di salvaguardare i finanziamenti europei. Ora, come precedentemente segnalato nel corso di diversi scambi con i due ministri dei Trasporti (nello specifico lettere del 18 dicembre 2018 e del 21 febbraio 2019) e come confermato da una lettera del 19 febbraio dell'agenzia Inea, incaricata della gestione dei fondi europei, un nuovo rinvio di tali pubblicazioni oltre il mese di marzo comporterebbe la riduzione della sovvenzione europea di 300 milioni di euro". Insomma il rinvio dell'esecutivo potrebbe costare caro. Infine arriva l'affondo: "Tale perdita di finanziamento pubblico -si legge ancora nella lettera- rischia inoltre di chiamare in causa la nostra responsabilità civile e amministrativa, quale conseguenza dell'inerzia decisionale su una materia di nostra competenza".

Insomma la mossa del governo che "congela" la Tav potrebbe rivelarsi un pericoloso boomerang.

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