Politica

Furia cieca del libico: due accoltellati in stazione

Il furto dell'arma in un bar, poi l'aggressione a due passanti. Arrestato un clandestino

Paola Fucilieri

Milano Senza fissa dimora, senza documenti, ma sicuramente dotato di uno stato psichico fortemente compromesso. Questa, in breve, la descrizione del libico di 33 anni che, libero come un fringuello e totalmente fuori controllo, ieri poco dopo le 6.30 girava con un coltello nella galleria delle Carrozze, in stazione Centrale ed è finito in manette grazie all'intervento dei carabinieri con l'accusa di lesioni gravi e continuate, minacce aggravate e porto abusivo di arma.

In una manciata di minuti infatti l'immigrato clandestino prima ha tentato un furto all'interno di un locale della stazione, quindi, fallito il colpo, ha aggredito due giovani africani, entrambi passanti che casualmente (e per loro sfortuna) si sono trovati in quel brevissimo lasso di tempo sul suo cammino: un gambiano 24enne che stava prelevando a un bancomat e più tardi è stato dimesso dall'ospedale con 10 giorni di prognosi per una coltellata alla spalla, quindi una donna ivoriana di 31 anni che, tentando di difendersi dalla raffica di fendenti sferrati dal libico, si è lesionata i tendini delle mani e non solo ora ne avrà per ben 50 giorni, ma dovrà essere sottoposta a un intervento chirurgico alla clinica Città Studi.

A quell'ora del mattino i corridoi dello scalo ferroviario sono affollati di pendolari e tutti i bar e i punti di ristoro sono sul punto di aprire i battenti o hanno appena tirato su le saracinesche. L'immigrato ne ha approfittato per seguire all'interno di un locale di una nota catena milanese produttrice di panini e snack, due dipendenti che si apprestavano a cominciare la loro giornata di lavoro. E che, una volta uscite dallo spogliatoio, lo hanno notato rovistare in un cassetto della cucina e hanno avvertito una guardia giurata.

Il libico si è allontanato subito, portando via però dal ristorante un grosso coltello da cucina che, come si scoprirà poi più tardi nella ricostruzione dell'accaduto, ha provveduto a nascondere in una fioriera all'esterno della stazione. Per tirarlo fuori però qualche attimo dopo, impugnandolo con aria esagitata, in mezzo ai viaggiatori in transito.

Milano non può permettersi di avere la memoria corta davanti a scene come queste. E l'uomo di colore che gira armato di un coltello in uno stato mentale a dir poco confuso rievoca di default il fantasma di Mada «Adam» Kabobo, il profugo ghanese che l'11 maggio 2013, a 31 anni, seminò il terrore nel quartiere Niguarda ammazzando senza una ragione tre passanti incontrati casualmente dopo averne aggrediti altri tre proprio con una spranga. Anche il luogo, la stazione Centrale, si presta a ricordi analoghi. Si pensi infatti a Ismail Tommaso Hosni, l'italo tunisino 21enne indagato anche per terrorismo internazionale e che il 18 maggio 2017 accoltellò due militari e un agente Polfer.

Tornando al libico di ieri, pochi minuti dopo essersi allontanato dal ristorante dove aveva rimediato il coltello, è tornato nell'area coperta della stazione iniziando ad assalire i passanti senza alcuna ragione. Ha colpito prima alla spalla il gambiano al bancomat, quindi la donna ivoriana che passava di lì e che ha alzato le mani nel tentativo, inutile, di non farsi ferire.

A quel punto però l'aggressore ha perso il coltello ed è stato bloccato dai carabinieri in servizio e dai vigilantes che pattugliavano la stazione.

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