Economia

Memoria Expo, a Brescia la fiera dedicata al "giorno dell'addio"

Dal 21 al 23 marzo al Brixia Forum la triennale dedicata al settore funerario che vale circa 2 miliardi di euro. Oltre 120 gli espositori tuti italiani, dai produttori ai fornitori di servizi, per valorizzare anche all'estero il made in Italy. Attesi più di 200 buyer da Germania, Belgio, Francia, Austria, Polonia e Olanda

Memoria Expo, a Brescia la fiera dedicata al "giorno dell'addio"

Terza edizione per Memoria Expo, la fiera triennale dedicata al settore funerario che si terrà dal 21 al 23 marzo nel quartiere fieristico di Brixia Forum a Brescia patrocinata dalla Camera di Commercio e da FederlegnoArredo a cui è associata Assocofani. Oltre 120 le aziende espositrici presenti in un padiglione di 15mila metri quadrati che rappresentano l’intera filiera del mondo della memoria a livello industriale e artigianale, aziende produttrici e fornitori di servizi: dai produttori di cofani a quelli di carri funebri, croci, maniglie per cofani, camere ardenti, veli, urne, lapidi, oggettistica, rivenditori, associazioni e federazioni di categoria, editoria specializzata, servizi e accessori.

Con una peculiarità: le aziende espositrici sono tutte italiane. Una scelta precisa, che incontra il consenso dei nostri operatori e di quelli stranieri perché è una certificazione di qualità del made in Italy. Molti visitatori professionali infatti arrivano dall’estero, da mercati che sono stati oggetto di iniziative promozionali a sostegno dell’export. In particolare oltre 200 operatori sono attesi da Germania, Belgio, Francia, Austria, Polonia e Olanda. Il supporto per l’incoming è curato in partnership con Brescia Tourism, società che promuove la conoscenza del territorio.

“Per questa edizione 2019 abbiamo ottenuto un risultato importante: il 30% in più degli spazi occupati e riusciamo a rappresentare l’80% delle tante realtà di produzione e servizi - spiega Leonardo Pellicciuoli, organizzatore di Memoria Expo -. Il nostro obbiettivo è quello di valorizzare le eccellenze del made in Italy, legato al cerimoniale cattolico cristiano. Un settore che complessivamente, tenendo conto del numero e spesa media di un funerale, è stimato attorno ai due miliardi di euro. Spesa che tende ad aumentare con la nascita delle case del commiato e le sale funerarie che hanno riequilibrato i servizi forniti alle famiglie rispetto all’aumento delle cremazioni, evoluzione del settore che vede anche la presenza di società che si occupano della loro progettazione. Per la prima volta in fiera affrontiamo anche il tema del trattamento degli animali Pet - conclude Pellicciuoli - e a questo proposito la regione Lombardia ha introdotto nuove norme per la sepoltura degli animali d’affezione, i Pet, assieme al proprio padrone, anche alla luce delle nuova riforma funeraria introdotta dalla Regione Lombardia”.

“Abbiamo patrocinato questa terza edizione di Memoria perché il ruolo delle aziende produttrici è rilevante e mette in mostra l’eccellenza italiana del prodotto, ruolo di primo piano del made in Italy anche in questo settore che nell’immaginario comune non è molto conosciuta - spiega Marco Ghirardotti, presidente di Assocofani -. È una manifestazione business to business e quindi ci rivolgiamo esclusivamente alle imprese di pompe funebri, alle onoranze che organizzano il servizio. In Italia sono circa 6mila con licenza ufficiale mentre i produttori sono circa 50. Negli anni Ottanta eravamo circa 500 ma nel tempo molte aziende hanno chiuso per effetto della concorrenza e della delocalizzazione. Nel nostro settore c’è molto valore aggiunto di manodopera e si produce in Paesi dove la manodopera costa molto meno come nell’Est Europa e in Cina. Per questo, per tutelare imprese e consumatori - prosegue - ci battiamo da anni per avere una marchiatura chiara sul prodotto perché ci dobbiamo rifare a norme che risalgono agli anni Novanta: oggi sul mercato si trovano prodotti italian style che ad esempio sono realizzati in Cina ma il consumatore pensa di acquistare un prodotto italiano”.

“Nel nostro Paese ci sono circa 580mila decessi all’anno secondo dati Istat, quindi serve una quantità equivalente di cofani. In Italia la produzione supera i 350mila pezzi anche se si è molto ridimensionata. Una volta superava i 700mila pezzi e una buona quota andava all’estero. Oggi si esporta ancora, soprattutto in Germania, Belgio, Francia dove vivono molti italiani che per il giorno dell’addio si rifanno alle tradizioni e al costume italiano. La differenza è coperta dall’importazione - spiega ancora Marco Ghirardotti -. Il marchio di qualità c’è ed esiste una norma Uni, ma serve che il governo si decida a rendere obbligatorie alcune norme già previste dall’Uni che sono volontarie e quindi non applicate da tutti creando un mercato di non giusta concorrenza. C’è poi un tema come quello della cremazione una tendenza in aumento che ha alla base una carenza di valori: si tende a preferire lo smaltimento funebre invece dell’onoranza funebre, con un approccio diverso verso la scelta del prodotto di qualità”.

Tema della concorrenza affrontato anche da Alessandro Bosi, segretario nazionale di Feniof, la federazione delle imprese di onoranze funebri. “Negli ultimi 20 anni è raddoppiato il numero delle imprese di onoranze funebri e c’è molta concorrenza, spesso aggressiva, che in alcuni casi genera comportamenti illeciti. Feniof, che rappresenta la maggior parte delle aziende, chiede una regolamentazione a livello nazionale del settore con la definizione di requisiti infrastrutturali e operativi uguali per tutti, tutelando operatori e cittadini.

Una legge quadro che faccia da cornice a quelle regionali e il modello della Lombardia potrebbe indicare la strada da seguire”.

Commenti