Cronaca locale

Cori, birra, marcia allo stadio I tedeschi "invadono" Milano

In molti, ubriachi nonostante il divieto di vendita alcolici, hanno trasformato il centro nell'Oktoberfest

Cori, birra, marcia allo stadio I tedeschi "invadono" Milano

Cori, bandiere bianco-nere-rosse, striscioni e, ça va sans dire, tanta birra. Con l'incubo incidenti lungo le strade del centro durato fino al termine del match. Eccezionale e per molti versi addirittura impressionante l'adunata dei tifosi tedeschi arrivati ieri in 15.500 da Francoforte e dintorni e planati sotto la Madonnina per tifare Eintracht. Dalla mattina gli Anhänger hanno letteralmente occupato la città tenendola in scacco in attesa di andare a San Siro, dove alle 21 la loro squadra giocava il ritorno degli ottavi di Europa League contro l'Inter. E quando settemila di loro si sono messi in marcia a piedi per raggiungere il Meazza, hanno mandato completamente in tilt il traffico stradale, costringendo i vigili a chiudere, seppur momentaneamente, strade come corso Vercelli. Alcuni mezzi sono rimasti incolonnati in attesa di disposizioni tra piazza Duomo e Piazza Cordusio, con auto della polizia locale a fare da sbarramento. Per diluire gli ingressi ma anche per ridurre al minimo possibili problematiche di ordine pubblico i cancelli dello stadio per i teutonici si sono aperti a partire dalle 17, mentre il pubblico interista ha potuto entrare a partire dalle 19.

«Ma a voi pare normale che da tutto il pomeriggio la città di Milano sia paralizzata da orde di tifosi tedeschi che invadono le strade e le piazze impedendo ai cittadini di muoversi? Ma il sindaco dove cavolo sta?! Vergognoso!» ha scritto Marco Bestetti (Forza Italia), presidente del Municipio 7 sulla sua pagina Facebook dove ha postato un video dell'orda dei tifosi.

L'imponente impianto di sicurezza ha funzionato senza intoppi: oltre mille agenti schierati tra il Duomo, la Darsena e i Navigli, oltre che ai caselli di Melegnano, Agrate e Fiera e naturalmente in tutta la zona nei dintorni del Meazza. I vaticini su quel che poteva accadere infatti erano a dir poco catastrofici, in tanti paventavano una «Roma 2» dopo che a dicembre gli ultrà dell'Eintracht avevano saccheggiato le piazze del centro storico della Capitale prima della partita con la Lazio. Senza contare poi le previsioni nefaste scaturite dalle dinamiche dei gemellaggi: i tifosi tedeschi con gli atalantini; i laziali con gli interisti. E naturalmente l'apparato dell'ordine pubblico era stato programmato e realizzato in largo anticipo con la mente degli «strateghi» della sicurezza sempre rivolta a quanto accaduto il 26 dicembre prima di Inter Napoli, in cui perse la vita l'ultrà del Varese Daniele Belardinelli, 39 anni.

Dopo l'ingresso dei tifosi dell'Eintracht allo stadio l'attenzione delle forze dell'ordine si è spostata sugli ultrà più caldi, gemellati con la curva dell'Atalanta, storica nemica della nord nerazzurra «rafforzata» però dall'arrivo di tifosi laziali.

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