Cultura e Spettacoli

Le opere «vive» di Maranghi a caccia della donna ideale

Emanuele Beluffi

Un «bocconcino» di Secessione Viennese ex post al Mondadori Megastore di Piazza Duomo a Milano, nell'ambito della rassegna «St Art» a cura di Angelo Crespi: fino al 31 marzo la personale Piena di te è la curva del silenzio di Giovanni Maranghi (Lastra a Signa, Firenze, 1955), preview dell'omonima mostra a cura di Ivan Quaroni che inaugurerà a Matera il 13 aprile in collaborazione con Casa d'Arte San Lorenzo, ci farà provare la reminiscenza (ma alla luce della contemporaneità) di quell'eterno femminino che diede l'impronta di sé alla proteiforme sensualità della produzione d'arte di Gustav Klimt agli inizi del XX secolo nella Mitteleuropa.

Gli spazi del Mondadori Megastore si trasformano per l'occasione in una Künstlerhaus di Maranghi, con una serie dei suoi celebri «crystal»: opere realizzate su di una pellicola trasparente in PVC che rappresentano, raffigurando in maniera ricorsiva il soggetto femminile, quell'ossessione nordica per l'ideal tipo femminile, al di là della carne e della pelle in una via di apparizione fantasmatica ma anche scabra, materiale, incisiva, anche evocativa di un'arte antica, come si evince osservando le «anfore» di Maranghi.

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