Cronaca locale

L'oltraggio alla chiesa del Cenacolo brucia più della sconfitta

L'oltraggio alla chiesa del Cenacolo brucia più della sconfitta

Quando i tedeschi marciano in parata fanno sempre, chissà perché, un effetto inquietante. Ombre del passato, o forse semplicemente il suono non proprio suadente della lingua di Goethe in versione slogan. E insomma giovedì pomeriggio, quando ventimila crucchi sono partiti in corteo dal centro di Milano diretti verso lo stadio di San Siro per Inter-Eintracht, qualche brividino qua e là l'hanno fatto scorrere. Qualche vecchio cronista riviveva un flash ingiallito: Mondiali 1990, i tifosi tedeschi che calano su piazza del Duomo e la devastano indisturbati. Invece, a dispetto dei crani rasati, dei labari un po' lugubri e delle pance gonfie di birra, si sono comportati come scolaretti in gita: tre petardi di piccolo calibro, qualche adesivo appiccicato qua e là. Gute jungs, verrebbe da dire, bravi ragazzi.

Se non fosse per il torrente, anzi il fiume, anzi il Niagara di pipì che il corteo dei francofortesi ha riversato senza distinzioni sulle strade che hanno assistito al loro passaggio: alberi, pali, aiuole. Ma anche portoni, sagrati, palazzi antichi. E va bene che la birra è diuretica, ma mica avete la prostata di un ottantenne. L'oltraggio più disgustoso lo hanno riservato ad uno dei monumenti più cari ai milanesi, Santa Maria delle Grazie, la chiesa del Cenacolo, una bella pisciata di gruppo, magari con la gara a chi la fa più lontano. E siccome evidentemente Frau Merkel non vi ha insegnato né l'educazione né la storia dell'arte, ve lo diciamo noi: siete delle bestie. Aver violato la Scala del calcio è stato meritorio, ma le Grazie sono roba di Solari e Bramante. Voi non sapete chi sono.

Noi sì.

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