Cultura e Spettacoli

"Skam Italia", la serie più social che c'è

La versione italiana della fiction racconta bene la quotidianità dei ragazzi

"Skam Italia", la serie più social che c'è

La terza stagione di Skam Italia è partita lunedì con la modalità che ormai è un must per i giovani fan: una clip, che sommata alle altre quattro comparse nei giorni seguenti è andata a formare l'episodio completo andato in onda su Timvision ieri. È così che funziona il meccanismo che ha lanciato questa fiction che sembra aver catturato l'interesse degli adolescenti italiani. Non è un prodotto nato qui ma uno di quei rari casi di riadattamento televisivo riuscito. L'originale è norvegese e brilla per la spontaneità dei dialoghi e per il verismo. Tutte doti che la versione italiana ambientata in un liceo romano recupera tutti. Però sarebbe ingiusto considerare Skam Italia un semplice remake. Lo showrunner Ludovico Bessegato e gli sceneggiatori della stagione in partenza (Alice Urciuolo e Ludovico Di Martino) hanno profondamente adattato le sceneggiature originali e i dialoghi, cercando di rivolgersi ai ragazzi italiani utilizzando il loro linguaggio e permettendo così l'identificazione totale con la storia.

Ecco identificazione è la parola chiave in questo caso per spiegare il successo di pubblico. Nasce da un lavoro preparatorio fatto dagli autori: hanno parlato con centinaia di studenti romani. C'è un confronto continuo sul set anche con i giovanissimi attori: «Sono contemporaneamente i nostri interpreti e il nostro target». È così che nasce quella che ormai è una «metaserie» che vive di clip giornaliere, chat WhatsApp dei protagonisti, sempre aggiornata e visibile, il tutto che rimbalza poi tra i trending topic su Twitter. Ovviamente tutta questa parte social è un po' complessa per un pubblico adulto.

Però va detto anche i singoli episodi in sé si posso guardare, non sono affatto male.

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