Salute

Antibiotici: consumo italiano sopra la media Ue

Cala il consumo di antibiotici in Italia, ma è sempre sopra la media europea: l'eccesso può favorire resistenze da parte di batteri molto pericolosi

Antibiotici: consumo italiano sopra la media Ue

Il consumo di antibiotici cala in Italia, ma si è ancora ben al di sopra della media europea. Il confronto del 2017 è di 25,5 dosi di farmaco quotidiane per 1.000 abitanti, contro il 21,7 dell’Europa. E al Sud questa discrepanza è ancor più evidente.

Lo dice l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) nel rapporto dal titolo “L'uso degli antibiotici in Italia”. Nel rapporto, si mostra come ci sia stata una riduzione generale dell’1,6% del consumo rispetto al 2016 e dell’1,7% della spesa pro capite nazionale. Naturalmente, i mesi che hanno visto un numero maggiore di prescrizioni sono stati quelli invernali, poiché correlati ai picchi influenzali, come sottolinea Adnkronos. Le diminuzioni più evidenti dei consumi si sono registrate in Campania (-5,5%) e Puglia (-6,8%). E mentre su scala nazionale i consumatori maschi di antibiotici si attestano sulle fasce estreme d’età, cioè nei primi 4 anni di vita e dopo i 75 anni, le donne assumono invece questi farmaci nelle fasce intermedie. Nel 2017, il 41,4% della popolazione pediatrica di Lombardia, Veneto, Toscana, Campania e Puglia, ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici sistemici, in particolare nel primo anno di vita dei bambini, maschi o femmine che siano. Un neonato su due assume infatti almeno un antibiotico nel primo anno di vita, cosa che accade invece a un ragazzino su tre verso i 13 anni.

I farmaci più utilizzati in tal senso sono le associazioni di penicilline, poi i macrolidi e le cefalosporine. Queste ultime infatti sono considerate di seconda scelta per le infezioni pediatriche più comuni.

Contestualmente, l’Aifa ha lanciato un allarme: la prescrizione e il consumo di antibiotici porta l’organismo umano ad abituarsi e quindi a lasciare via libera a batteri resistenti alle cure. Nel 2050, potrebbe essere questa la principale causa di morte in Italia. Tra questi farmaci ci sono i fluorochinoloni - solitamente impiegati per curare le infezioni dell’apparato respiratorio, urinario e gastrointestinale - oppure un farmaco che è composto di amoxicillina e acido clavulanico. In quest’ultimo caso, l’Aifa invita a prediligere la sola amoxicillina.

Tra i batteri attualmente già resistenti ai farmaci ci sono klebsiella pneumoniae e acinetobacter, molto diffusi tra i pazienti ospedalizzati, ma anche l'escherichia coli.

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