Attacco al bus a Milano

"Perché guidava quel bus?". Così il senegalese ha nascosto le condanne

Il senegalese si era messo in malattia per "nascondere" la sospensione della patente e aveva nascosto la condanna per abusi. E in un'altra occasione aveva già provato a deviare la strada

"Perché guidava quel bus?". Così il senegalese ha nascosto le condanne

Altri elementi si aggiungono al quadro che descrive la premeditazione con cui Ousseynou Sy ha organizzato il dirottamento dello scuolabus con 51 ragazzini a bordo. Arrivato a Pantigliate l'autista ha coperto i vetri del parabrezza con lenzuola nere, forse per impedire ai ragazzi di capire dove fossero, poi li ha fatti legare e ha cosparso la benzina sui sedili. Del materiale si era munito la mattina prima di mettersi alla guida del mezzo con cui avrebbe dovuto portare gli studenti dalla palestra alla scuola. Per evitare che questi rompessero i finestrini e scappassero dal pullman, aveva poi rimosso dalla vettura tutti i martelletti frangivetro. Il diabolico piano per sequestrare il mezzo e fare una strage all'aeroporto di Linate era stato, dunque, messo a punto in ogni minimo paricolare e questo ha spinto la procura di Milano a contestare al senegalese l'aggravante terrorismo. Ora non resta che accertare cosa ci facesse alla guida di un autobus pieno di alunni di seconda media un soggetto pericoloso con precedenti per guida in stato di ebrezza e abusi sessuali sui minori.

"Perché una persona con simili precedenti guidava un pullman per il trasporto di ragazzini?". Quando ieri mattina la fedina penale di Ousseynou Sy è arrivata sul tavolo del Viminale, Matteo Salvini si è messo subito al lavoro per "vederci chiaro" e chiarire quanto prima tutte quelle falle nei controlli che hanno portato una persona con precedenti tanto pensanti a lavorare per la società che gestisce il trasporto pubblico a Crema. La Autoguidovie sostiene di non essere mai stata a conoscenza dei precedenti penali di Ousseynou Sy. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, il certificato penale sarebbe stato richiesto solo "al momento dell'assunzione", nel 2004. Poi non sarebbe stato più verificato. Ecco perché nessuno si è accorto della denuncia per abusi su un minore, la condanna a un anno con pena sospesa arriva solo nel 2018, o della guida in stato di ebrezza che invece risale proprio al 2004. Per nascondere all'azienda di trasporti il ritiro della pantente, secondo quanto appreso dall'agenzia AdnKronos, il terrorista senegalese si era messo in malattia. Va detto che i controlli sui precedenti non sono obbligatori nelle società private, ma è disarmante l'assenza di tutele per soggetti tanto vulnerabili come dei ragazzini di scuola media.

Il gesto di ieri non può essere considerato un raptus. Ousseynou Sy, secondo alcune indiscrezioni raccolte dall'agenzia Agi, aveva ordinato via internet, tramite un collega, un taeser, dicendo di doverlo regalare alla nuova compagna. Aveva poi comprato due tanniche con 10 litri di benzina e le fascette da elettricista. Ma soprattutto aveva postato su Youtube un video per dire basta ai troppi naufragi delle carrette del mare. "Non ce la faccio più a vedere i bambini morire mangiati dai pescecani e le donne incinte affogare", si sente nel messaggio destinato a amici e parenti in Italia e in Senegal che ora gli inquirenti stanno cercando. Per il 47enne senegalese, padre di due figlie, diventato cittadino italiano nel 2004 dopo aver sposato una ragazza di Crema da cui poi si era separato, "l'Africa doveva rialzarsi" e i suoi connazionali non dovevano più partire per l'Europa che andrebbe punita per le sue "politiche criminali sulla migrazione".

Per tutti i quindici anni, durante i quali ha lavorato per la Autoguidovie, nessuno ha mai rilevato segni di squilibrio? Chi lo conosce definisce Ousseynou Sy un "solitario". Ma negli ultimi giorni qualche campanello d'allarme avrebbe comunque dovuto scattare. Dalle testimonianze di tre ragazzi della scuola media di Crema è emerso che aveva cercato in un'altra occasione di deviare il mezzo di trasporto. Un professore lo aveva invitato a fare quella giusta. "Già lunedì avevamo notato che ci trattava male", hanno raccontato i ragazzini oggi, all'uscita di classe.

Uno della classe lo ha salutato e lui, in tutta risposta, gli ha sbraitato in faccia un "vaffanculo".

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