Salute

«La patologia è un'emergenza Soggetti a rischio da individuare»

Esposta anche la popolazione maschile. Le cause scatenanti

La fragilità ossea sta diventando una vera emergenza di salute. Ecco perché è opportuna la campagna di sensibilizzazione «Fai la prima mossa, cura le tue ossa». «L'osteoporosi - spiega Stefano Gonnelli, Professore Ordinario di Medicina Interna all'Università di Siena, membro del Coordinamento Scientifico dell'iniziativa e Presidente della SIOMMMS (Società Italiana dell'Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro) - è stata per anni associata esclusivamente all'invecchiamento, considerandola ineluttabile. Dai 50 anni, un italiano su tre va incontro a una probabile frattura a causa della fragilità ossea; rischio non solo femminile, ma anche maschile, pur con una probabilità minore. Pensate, a quanto siano esposti i settantenni e più. È un grosso problema che noi medici stiamo vivendo e gestendo, a fronte di ortopedie intasate, reparti geriatrici dove la maggior parte dei ricoverati ha subito un trauma da frattura al femore, una delle cause principali di perdita di autonomia, di depressione e inevitabilmente di morte precoce. Senza trascurare i costi: protesi, badanti e assistenza in generale». Come possono, i medici, contribuire ad alleggerire i costi che gravano sulla sanità e sul bilancio privato? «I medici devono poter individuare i soggetti a maggior rischio. Gli anziani, ma anche chi abbia una familiarità, gli obesi, i fumatori: le categorie più a rischio. Lo specialista, all'atto delle dimissioni dall'ospedale, deve dare consigli e sottoscrivere le terapie adeguate, cercando di coinvolgere i pazienti, informandoli dei rischi ai quali andranno incontro. Inoltre, abbiamo in Italia la Nota 79, molto valida e aggiornata, che rappresenta una linea guida per trattare sia coloro che soffrono di fragilità ossea già conclamata sia quelli a rischio».

Salvatore Minisola, Professore Ordinario di Medicina Interna all'Università La Sapienza di Roma, e membro del Coordinamento Scientifico della campagna, aggiunge: «Le fratture da fragilità devono essere riconosciute rapidamente e considerate come una priorità per la Sanità pubblica, al fine di ottimizzare gli interventi, sia farmacologici sia preventivi, in particolare nel secondo livello, finora trascurato. Sarebbe già una grande soddisfazione se tutte le persone, vittime di fratture, fossero poste sotto trattamento adeguato per evitare un aggravamento delle condizioni dello scheletro, visto che, a oggi, solo il 20% è sottoposto a terapia ad hoc. Ma l'osteoporosi è una malattia ancora misconosciuta e, quindi, sottovalutata. Alla facoltà di Medicina non esiste ancora il corso di Attività metabolica dello scheletro: va da sé che esiste un problema iniziale generato dalla scarsa cultura della malattia».

VP

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