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L’agente scelto come protagonista dovrà completare una serie di missioni nelle varie aree della città

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Dopo il grande successo di The Division, del 2016, il sequel era atteso con trepidazione. Ebbene, gli svedesi di Massive Entertainment hanno fatto un buon lavoro, presentando un gioco dalle grandi potenzialità. La vicenda, ricalcata dai romanzi di Tom Clancy, fotografa gli Stati Uniti di un vicino futuro vittime di un assalto batteriologico lanciato da un fantomatico nemico, che getta la nazione nel caos. Nel primo capitolo, la città scelta come palcoscenico era stata New York: ora è la volta della capitale Washington, con la Casa Bianca come centro nevralgico delle forze che vorrebbero ripristinare l’ordine e la legalità.

L’agente scelto come protagonista dovrà completare una serie di missioni nelle varie aree della città, con l’obiettivo di eliminare ovunque le forze del caos. La struttura narrativa è semplice e lineare come quella del predecessore, regalando però maggiore accuratezza dei particolari e una scelta più ampia di equipaggiamenti. Il comparto tecnico registra lievi miglioramenti in tutte le aree, senza però raggiungere mai l’eccezionalità. Una nota positiva è l’implemento dell’intelligenza artificiale, che regala scontri più equilibrati e avversari non necessariamente votati al massacro.

Particolare attenzione Massive Entertainment ha voluto porre per la versione on-line; fin dai primi giorni sono stati offerti pacchetti integrativi del gioco, sviluppati con precisione da Ubisoft. Per l’immediato futuro altre sorprese sono state annunciate, rendendo The Division 2 un ottimo prodotto appetibile per gli appassionati del genere.

Sekiro: shadows die twice

Grande attesa nel mondo videoludico per l’uscita dell’ultima creazione di Hidetaka Miyazaki, leggenda vivente, per From Software. Questo gioco, continuazione del genere soulslike, ha come protagonista Sekiro, guerriero del medioevo giapponese caduto in disgrazia e senza un braccio. Il destino del guerriero è quello di recuperare un giovane di nobili origini che gli era stato affidato, rapito dal clan avversario Ashina.

Ciò che colpisce come primo impatto con il gioco è la complessità. Nonostante un tutorial esaustivo, particolareggiato e preciso, ci si ritrova a fare i conti con avversari letali e un mondo assolutamente ostile. Quasi a voler perpetuare il suo “marchio di fabbrica”, Miyazaki ha concepito una sfida al limite dell’impossibile, con avversari cattivi, scorretti, scaltri e letali. La pura sopravvivenza è l’obiettivo delle prime ore di gioco, con la necessità di prendere confidenza con un gameplay abbastanza semplice, ma originale rispetto a precedenti prodotti della stessa casa.

In complesso, la parte grafica e tecnica è ben sviluppata, senza particolari lampi di genio. Originale il fatto che il protagonista possa utilizzare protesi che, in diversi contesti, risultino determinanti per vincere gli scontri. La meccanica di gioco è abbastanza elementare; la storia si dipana senza scossoni, ma con grande varietà di situazioni, replicando con buona fedeltà il Giappone del ‘500, una nazione senza guida, preda di bande violente e perverse.

Dato il valore dei nemici, il gioco promette grande longevità e decine di ore di estrema tensione ludica, sempre sul filo del rasoio: l’ennesima ottima prova di maestro Miyazaki.

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