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Violenza donne, proteste in Aula: deputate FI sui banchi del governo

La protesta è arrivata dopo quasi due ore di dibattito, durante la discussione del ddl "Codice rosso", dell'introduzione del reato di revenge porn, proposta da Forza Italia

Violenza donne, proteste in Aula: deputate FI sui banchi del governo

Le deputate di Forza Italia hanno occupati, in segno di protesta, i banchi del governo dell'Aula della Camera, costringendo il presidente Roberto Fico a interrompere la seduta.

La deputata azzurra Stefania Prestigiacomo ha lasciato il banco, seguita da altre colleghe, ha lasciato il suo banco e si è diretta verso il banco della presidenza, occupando i posti riservati agli esponenti dell'esecutivo. Fico ha cercato di riportare ordine in Aula, senza successo, e il presidente si è visto costretto a sospendere la seduta per 5 minuti.

Sembra che le proteste siano proseguite anche durante la sospensione e i cronisti che si trovavano in Transatlantico riferiscono di aver udito le deputate protestare al suono di "onestà, onestà", usando anche dei fischietti. A loro si sarebbero uniti anche i parlamentari di Fdl e Pd. In tutta risposta, dai gruppi di Lega e Movimento 5 Stelle si sarebbe levato il coro "Nazareno, Nazareno".

La protesta delle donne di Forza Italia è arrivata dopo un dibattito di quasi due ore sul tema dell'introduzione del reato di revenge porn, di cui si stava discutendo nell'ambito dell'esame del ddl "Codice rosso", che contiene le nuove norme contro le violenze di genere. Ildisegno di legge prevede una corsia preferenziale per le denunce, indagini più rapide sui casi di violenza sulle donne e l'obbligo per i pm di ascoltare le vittime entro tre giorni.

La protesta riguarda il caso revenge porn: mentre in Senato i 5Stelle hanno presentato un ddl sul reato in caso di diffusione per vendetta di immagini private, in Aula, Forza Italia ha chiesto di inserire il reato di revenge porn nel Codice rosso. La proposta, però, è stata rifiutata da parte della maggioranza. Alla fine, dopo due ore di discussione e bocciature di proposte, le deputate occupano i banchi del governo.

Ma il revenge porn non è stato l'unico terreno di discussione. A creare tensione in Aula è anche un altro emendamento del decreto, che riguarda la castrazione chimica, a prima firma del leghista Roberto Turri: La proposta prevede la castrazione chimica per chi si è macchiato del crimine di violenza sessuale, solo in caso ci sia il consenso del reo e con conseguente sospensione della pena. Dalla parte dei no si schierano i pentastellati, con l'appoggio del ministro della Salute, Giulia Grillo: "Non posso essere a favore di un provvedimento che riduca l'integrità psico-fisica di una persona". La Lega invece difende l'iniziativa, ma specifica che se l'emendamento dovesse diventare un terreno di scontro all'interno della maggioranza potrebbe essere ritirato. Conclusione? La norma, nella seduta di oggi, è stata accantonata ed è stata chiesta la sua riformulazione.

La conferenza dei capigruppo ha stabilito il rinvio dei lavori dell'Aula a martedì prossimo, che riprenderanno proprio dal voto, a scrutinio segreto, sull'emendamento proposto da Forza Italia e sostenuto da tutti gli altri partiti, che mira a introdurre il reato di revenge porn, che punisce la condivisione di video intimi.

Le opposizioni vorrebbero inserire il reato di revenge porn nel ddl, ma si scontrano contro il muro innalzato dai 5 Stelle, appoggiati dalla Lega.

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