Politica

Alessandro Di Battista: "Non mi candido alle Europee"

Alessandro Di Battista dice no al M5S: "Candidarsi significa scegliere di mettersi a disposizione della collettività. O sei convinto o no. Io non vorrei andare a Bruxelles... non renderei"

Alessandro Di Battista: "Non mi candido alle Europee"

"Ho riflettuto e ho detto no". Alessandro Di Battista interviene, con una diretta Facebook, per svelare quale sarà il suo futuro politico. Ebbene, dopo settimane di silenzio, il 'Dibba' rinuncia a candidarsi alle Europee con il M5S.

"Candidarsi significa scegliere di mettersi a disposizione della collettività. O sei convinto o no. Io non vorrei andare a Bruxelles... non renderei", spiega l'ex deputato pentastellato che mesi fa era stato richiamato proprio per risollevare le sorti del Movimento in via delle Europee del 26 maggio. "O tu butti tutte le energie in quel modo, come ho fatto in Parlamento, o non le fai le cose bene. In questi 40 giorni di silenzio ho riflettuto... ho vissuto dei giorni tranquilli", ha ribadito il 'Dibba' che rinuncia alla candidatura per "una questione di serietà nei confronti dei cittadini". Ormai il suo sguardo è tutto rivolto alla sfera privata e al mondo del giornalismo: "Voglio fare altro, - dice - continuare a scrivere, a conoscere il mondo. Voglio continuare a farlo con Sahra. Sto scrivendo un libro, edito dalla casa editrice del 'Fatto', voglio chiamarlo 'Politicamente scorretto' e tratterà una serie di temi che mi stanno a cuore, come il conflitto di interessi. Voglio parlare di colonizzazione, di Africa...". Infine attacca la stampa che"ha scelto Salvini, lo adora. Per loro è la speranza. La Lega è la speranza di vedersi garantiti i finanziamenti pubblici alla stampa, la reintroduzione della pubblicità per le aziende del gioco d'azzardo vietate dal decreto dignità".

Parole fanno capire la netta distanza tra lui e l'ala governativa del M5S. Movimento che, secondo lui, "dovrebbe supportare in politica estera il diritto di stare a casa loro, diritto principale. Per far questo si creano dei nemici, ci vuole coraggio, ma il cambiamento quando è vero non è mai indolore". Infine torna sul caso di Marcello De Vito:"La tangente di oggi è il sistema delle consulenze.

Mi auguro che De Vito se venisse giudicato colpevole cambi proprio città".

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