Economia

Ora l'Ocse boccia Quota 100: "Rallenta la crescita dell'Italia"

Il report per il 2019 inchioda l'Italia: "L'economia si indebolisce". E prevede la recessione. Stroncati il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni. Ma Di Maio: "No intromissioni"

Ora l'Ocse boccia Quota 100: "Rallenta la crescita dell'Italia"

"Dopo una modesta ripresa, l'economia si sta indebolendo". Nel report sull'Italia, l'Ocse conferma le stime dell'Interim Economico Outlook, rilasciato lo scorso 6 marzo, secondo cui il pil dovrebbe registrare una contrazione dello 0,2% nel 2019 e un aumento dello 0,5% nel 2020, e intravede già la recessione. A pesare sulla ripresa, a detta degli analisti dell'istituto di Parigi, sarebbero proprio le misure messe in cantiere dal governo gialloverde, dalla riforma delle pensioni con "quota 100" al reddito di cittadinanza. "Il tenore di vita degli italiani è quasi pari a quello rilevato nel 2000 - si legge - negli ultimi decenni le grandi disparità regionali si sono ampliate".

L'Italia in recessione

L'Ocse suona l'allarme sull'economia italiana. Dalla crescita all'occupazione, tutti i numeri contenuti nel rapporto economico pubblicato oggi hanno davanti il segno meno. "L'Italia - ha annunciato il segretario generale Ocse Angel Gurrìa - è ufficialmente in uno stallo della crescita". Secondo l'istituto di Parigi, il disavanzo delle finanze pubbliche passerà dal 2,1% del pil nel 2018 al 2,5% nel 2019 e l'indebitamento crescerà al 134% del Pil nel 2019 e al 135% nel 2020. Ancora in rialzo il tasso di disoccupazione che dal 10,6% del 2018 crescerà al 12% nel 2029 e al 12,1% nel 2020. In flessione, invece, l'inflazione che rallenterà dall'1,2% del 2018 allo 0,9% nel 2019 e allo 0,8% nel 2020. E ancora: il tasso di disoccupazione crescerà al 12% dal 10,6% del 2018 e nel 2020 salirà ancora al 12,1%. "Sebbene il tasso di occupazione sia aumentato, è ancora uno dei più bassi tra quelli dei Paesi dell'Ocse", sottolineano gli analisti facendo notare che "la qualità del lavoro è bassa", che "la discrepanza tra gli impieghi e le qualifiche dei lavoratori è elevata se raffrontata su scala internazionale" e che "la crescita della produttività è stata debole o negativa negli ultimi 25 anni".

Bocciati Quota 100 e reddito

Una bocciatura su tutti i fronti, insomma, che trova ragione nelle riforme attuate dal governo Conte. Secondo l'Ocse, infatti, quota 100 farà rallentare la crescita, aumentare il debito pubblico e incrementare le disuguaglianze sociali. "L'abbassamento dell'età pensionabile a 62 anni con almeno 38 anni di contributi - si legge nel rapporto - rallenterà la crescita nel medio termine, riducendo l'occupazione tra le persone anziane e, se non applicata in modo equo sotto il profilo attuariale, accrescerà la disuguaglianza intergenerazionale e farà aumentare il debito pubblico". "E un debito elevato - ha spiegato Gurria - limita la capacità di bilancio e fa correre grandi rischi al sistema bancario". Secondo il segretario generale, solo l'agrogazione di 100 consentirebbe di liberare "ampie risorse" per "il sostegno all'occupazione" e per promuovere "equità tra le generazioni". Anche per il reddito di cittadinanza non sono mancate pesanti critiche. La misura fortemente voluta dai Cinque Stelle avrà "scarsi effetti" sulla crescita e "rischia di incoraggiare" il lavoro nero e di "creare trappole della povertà".

Un pacchetto di riforme da attuare

Nelle conclusioni del report, che è stato presentato oggi al ministero dell'Economia, l'Ocse propone "un pacchetto di riforme completo volto ad aumentare la produttività e la crescita dell'occupazione è essenziale per una crescita e un'inclusione sociale più solide". "Per affrontare le sfide strutturali dell'Italia, è necessario un pacchetto di riforme pluriennali che consenta una crescita più solida e inclusiva e ripristini la fiducia nella capacità del Paese di avviare riforme", continua l'istituto di Parigi secondo cui solo in questo modo verrebbe favorito l'aumento dell'occupazione, accresciuto il benessere e accelererata la crescita della produttività. "Entro il 2030 la crescita annuale del pil passerebbe dallo 0,6% previsto con le politiche attuali a oltre l'1,5% - conclude - se combinato con un aumento dell'avanzo primario a oltre il 2%, il pacchetto di riforme proposto contribuirebbe alla diminuzione del rapporto debito/Pil".

Le resistenze del governo

Il report ha trovato forti resistenze all'interno del governo gialloverde. Mentre Giovanni Tria ha ammesso di essere consapevole che bisognerà "fare molto di più", Luigi Di Maio ha invitato l'Ocse a no intromettersi più e a smetterla di "sparare contro l'Italia". "Qualcuno seduto su una scrivania lontano migliaia di chilometri crede che l'Italia per ripartire debba attuare politiche di austerity - ha commentato il vicepremier grillino - le facessero a casa loro".

Quindi ha annunciato i prossimi passi del governo: l'abbassamento del carico fiscale alle imprese e gli aiuti alle famiglie.

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