Cronaca locale

Milano, espulso afferma di essere gay: marocchino resta in Italia

Dopo esser rimasto senza lavoro e con delle denunce alle spalle, l’uomo non si era visto rinnovare il permesso di soggiorno. Da qui la richiesta di protezione internazionale, che viene accolta grazie all’intervento del Naga che fa ricorso al giudice di pace

Milano, espulso afferma di essere gay: marocchino resta in Italia

Raggiunto da un provvedimento di espulsione della questura di Milano, non ottempera ad esso e presenta ricorso al giudice di pace per bloccarlo e fare domanda di protezione internazionale.

Protagonista un marocchino, già da anni in Italia, giunto nel nostro paese con un visto per sposarsi. Una storia completamente fittizia, inscenata semplicemente per poter varcare in modo “legale” i confini nazionali. Tanto è vero che, infatti, dopo esser rimasto celibe, aveva ottenuto un permesso di lavoro. Un impiego che perde nel 2017, condizione necessaria per rinnovare il permesso di soggiorno. Ecco perché l’uomo, quindi, fa domanda di protezione internazionale, sostenendo di essere omosessuale, una condizione che lo avrebbe costretto a vivere in clandestinità nel suo paese.

Scoperto dal fratello, ha raccontato lo straniero, fu da lui minacciato di esser denunciato. Cosa che lo costrinse a prendere il mare e ad inscenare il finto matrimonio per entrare in Italia.

Tornando nuovamente al post 2017, come dicevamo, la questura di Milano emette un decreto di espulsione. E questo perché da un lato, senza lavoro, l’uomo non può ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno e dunque restare legalmente nel nostro Paese. Dall’altro, lo stesso marocchino aveva raccolto nel suo periodo in Italia anche delle denunce per diffamazione e falso in scrittura privata.

A bloccare tutto un avvocato del Naga, associazione che si occupa di fornire asistenza legale agli stranieri nel nostro Paese che, conosciuta la vicenda della presunta omosessualità del marocchino, ha presentato ricorso contro il decreto della questura. Nelle motivazioni dell’espulsione, come riportato da “MilanoToday”, si fa riferimento al fatto che “non ricorrono seri motivi di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali”. Quindi dapprima il decreto viene sospeso dal giudice di pace fino al pronunciamento dell’organo competente, cioè la commissione territoriale per le domande d’asilo.

In seguito quest’ultima determina la concessione della protezione internazionale per la presunta omosessualità del marocchino, che resterà dunque in Italia.

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