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Salvini posta la foto del killer ed evoca la pena di morte

Le parole del ministro scatenano un dibattito social Conte visita i familiari della vittima e il collega ferito

Salvini posta la foto del killer ed evoca la pena di morte

Roma Il cordoglio per la morte del carabiniere Vincenzo De Gennaro il vicepremier Matteo Salvini lo esprime a modo suo, postando su Twitter e poi su Facebook la foto dell'assassino con il volto insanguinato e ben visibile, al momento dell'arresto, mentre viene tenuto a terra sull'asfalto da un agente che lo blocca con un ginocchio. In alto a destra, nel montaggio fotografico, c'è l'immagine del maresciallo ucciso. Sotto un commento che evoca la pena di morte. Non perché sia favorevole, il ministro chiarisce subito che non lo è, ma per sottolineare la gravità dell'accaduto e la necessità che lo Stato risponda in modo adeguato. «Io sono contro la pena di morte, ma un infame che ammazza un uomo che sta facendo il suo lavoro, non merita di uscire di galera fino alla fine dei suoi giorni», twitta Salvini sul suo profilo, scatenando un acceso dibattito.

I post precedenti erano stati più misurati. Commentando la notizia e formulando un pensiero alla famiglia della vittima, Salvini si era limitato ad impegnarsi affinché il pregiudicato che ha sparato al militare adesso sconti il carcere a vita. Poi quell'accenno alla pena di morte che ha di fatto posto la questione sul tappeto della politica, nonostante il vicepremier abbia premesso di essere contrario. Molti dei suoi followers, invece, a quanto pare non ne sarebbero affatto turbati. Anzi, la pena capitale la invocano a gran voce. «Sono d'accordo. Se uccidi con intenzione devi essere eliminato», dice Folgore. «No galera, si vendetta!», ribatte Enrico. Anche Pierluigi è dello stesso avviso: «Io in questo caso conclamato opterei sicuramente per la pena di morte». «Impalato o impiccato, purché vengano eliminati tutti gli assassini e i criminali: tolleranza zero», rincara la dose Gigi. In tanti sollecitano invece una pena esemplare, che sia tale, però, non un ergastolo solo sulla carta, pronto per essere trasformato in altro da sconti di pena o perizie psichiatriche.

Le dichiarazioni di Salvini accendono subito i toni. «Foggia ha bisogno di sicurezza, di più uomini e mezzi per le forze dell'ordine, non dei tweet di Salvini o dei post su Facebook di Di Maio», attacca il deputato del Pd Ubaldo Pagano. «Meno propaganda sui barconi, più contrasto alla criminalità», twitta invece il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova.

Il capo dello Stato Sergio Mattarella esprime il suo profondo dolore per la morte del carabiniere in un messaggio inviato al comandante dell'Arma Giovanni Nistri. Il premier Giuseppe Conte è stato a Foggia per incontrare i familiari del carabiniere e visitare in ospedale il collega ferito. «Un servitore dello Stato colto di sorpresa e caduto in servizio, nel pieno esercizio delle sue funzioni. Il governo, l'Arma e il Paese intero gli sono debitori», commenta. Il vicepremier Luigi Di Maio scrive su Facebook: «Questo omicidio non ha colpito solo due servitori dello Stato, ma l'intero Stato. Chi tocca un carabiniere, tocca lo Stato, tocca ognuno di noi. Ora basta, ci sarà una reazione!». Il presidente del Parlamento Europeo e vicepresidente azzurro Antonio Tajani stigmatizza il fatto che le forze dell'ordine rischino quotidianamente la pelle per quattro soldi.

Palore di dolore e di vicinanza ai familiari arrivano anche da Ilaria Cucchi: «Che le istituzioni siano loro vicini e che questa morte nell'adempimento del proprio dovere non venga dimenticata».

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