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Marquez fa un regalo a Vale ma se lo prende tutto Rins

Marc cade, Rossi va in testa e a 40 anni emoziona Ma alla fine cede: è 2°. Dovi ora guida il mondiale

Marquez fa un regalo a Vale ma se lo prende tutto Rins

A meno dodici giri e alla curva dodici, quando sembrava già tutto scritto succede l'inverosimile. Marc Marquez dominatore del GP delle Americhe, pronto a confermarsi cowboy del Texas per il settimo anno di fila, finisce gambe all'aria nel giardino di casa. Qui dove tutto ha avuto inizio, ovvero dove il fenomeno spagnolo vinse la sua prima gara nella classe regina piegando l'allora compagno di squadra Dani Pedrosa, il Marcziano delle moto perde i superpoteri e diventa, in maniera del tutto inaspettata, più umano.

Il motomondo, per fortuna, si presta al colpo di scena, all'imprevisto, alla sorpresa al di là dei tempi, dei cavalli e delle gomme che tanto preoccupano e affannano tecnici e addetti ai lavori. È per questo motivo che nessuno avrebbe mai potuto pronosticare il successo del riccioluto Alex Rins, anni 23 da Barcellona sì, proprio un altro catalano -, che con la Suzuki beffa sul più bello uno stoico Valentino Rossi, di nuovo secondo a 40 anni come in Argentina, davanti alla Ducati Pramac dell'australiano Jack Miller.

Perché ad Austin, nel giorno in cui Marquez finisce a terra, l'eroe del giorno, coraggioso e commovente, è il Valentino nazionale, battagliero fino all'ultimo metro con indosso i panni e lo scudo di Capitan America, ma che deve inchinarsi a un Rins che trova il primo successo della carriera nella classe regina, in sella alla Suzuki guidata al box da Davide Brivio, ex team manager proprio di Valentino in Yamaha - e lo fa, guarda caso, su un tracciato in cui aveva vinto sia in Moto3 che in Moto2. È un secondo posto che sa di beffa per Rossi, battuto non da Marquez, non da Lorenzo (per lui un problema tecnico), non da Viñales (penalizzato da un ride through), i rivali di quest'epoca motociclistica, bensì dallo spagnolo emergente. Ma Valentino può sorridere, così come Andrea Dovizioso, ai piedi del podio dopo essere scattato dalla quinta fila ma che, complice lo scivolone di Marquez, a sorpresa recupera molti punti e ritrova la vetta del campionato. Mentre il compagno di box Petrucci per la terza volta di fila chiude in una anonima sesta posizione.

«Mi dispiace per la mancata vittoria, ma ci siamo, siamo forti e ci riproveremo... quando cade Marquez resti... squilibrato...», così Valentino Rossi al termine del Gran Premio delle Americhe. «Quando ho visto Marquez a terra racconta il pesarese mi sono detto magari ce la faccio questa volta. Ma Rins era velocissimo e ha guidato meglio di me. È un peccato perché è tanto che non vinco». Per il campione di Tavullia si avvicina la cifra tonda di podi nella top class, con quello di ieri il totale è salito a 198 podi (234 contando tutte le altre classi). Giù il cappello - da cowboy, in questo caso... - per un Valentino tutto cuore e grinta, che riceve i complimenti e la stima di Alex Rins. «È incredibile, ho vinto davanti a Rossi: il mio idolo da ragazzo. Devo ringraziare la Suzuki che l'anno scorso conquistò il terzo gradino del podio con Andrea Iannone, ndr per il lavoro straordinario che ha fatto. Avevo una moto splendida». Al settimo cielo pure Jack Miller, primo dei ducatisti: «Il podio un'emozione fortissima, rischio di perdere la voce».

Come molti italiani, nell'emozionante e tirato e soffertissimo finale.

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