Cronache

"Morirete, è la legge di Allah". Presi i due islamisti che volevano colpire l'Italia

Un italiano convertito all'islam e un marocchino stavano progettando il jihad: "La legge di Allah si applica con la spada"

"Morirete, è la legge di Allah". Presi i due islamisti che volevano colpire l'Italia

"La legge di Allah... non si applica se non con la spada. E bisogna essere crudeli con i traditori, con i ribelli. E morti tutti". Ossama Ghafir parla via chat l'amico Giuseppe Frittitta che, dopo la conversione all'islam, ha iniziato a farsi chiamare Yusuf. Sono pronti a colpire in nome del jihad. Sono convinti che sia necessario l'uso della violenza per applicare la legge di Allah. Questa mattina la polizia di Stato li ha fermati entrambi prima che potessero fare del male a qualcuno (guarda il video). Non potendo più andare a combattere in Siria sotto la bandiera dello Stato islamico, i due, che si sono radicalizzati in Italia, erano infatti veri e propri lupi solitari pronti al suicidio.

"Vorrei accarezzare le loro gole con quello". Quello è un coltello lungo 26 centimentri che Frittitta, che di mestiere faceva l'autista di camion autoarticolati per una impresa di Brescia, portava con sé. Oltre al 24enne palermitano le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dal sostituto Calogero Ferrara, hanno incastrato anche Ossama Ghafir, 18enne marocchino che abita a Cerano, paesino in provincia di Novara. I pm sono convinti che i due estremisti islamici fossero pronti a "usare la violenza" ammazzando "uno ad uno, tutti i traditori mettendoli in fila". Per Frittitta anche i genitori erano "miscredenti". "Non hanno più potere su di me", diceva all'amico. I due lupi solitari avevano aderito "alla linea religiosa islamica salafita" ed erano pronti ad andare contro tutto e tutti. E a far scorrere il sangue.

Frittitta aveva iniziato a radicalizzarsi nel 2017: si era fatto crescere una folta barba nera e si era sposato con una donna di religione islamica. Questo processo è poi maturato in ambienti integralisti del Nord Italia dove si era trasferito dopo che aveva conseguito l'abilitazione alla conduzione di mezzi pesanti. È qui che ha stretto amicizia con Ghafir e altri convertiti all'islam. Via chat si scambiavano materiale di propaganda dello Stato Islamico, informazioni sui combattimenti in corso in Siria, canti di guerra e video sanguinari. Il loro proposito era addestrarsi per andare a combattere nei territori occupati dallo Stato Islamico.

Frittitta e Ghafir non parlavano e basta. Erano già passati all'azione. Si legge, infatti, in una chat dal tono inquietante: "Mi sono preso troppo di collera, ho sbagliato due volte strada. Mancava poco e Yusuf faceva un casino in autostrada...". I due si stavano informando su come sabotare i servizi pubblici e si stavano allenando per raggiungere una preparazione fisica e militare idonea a combattere a fianco dei miliziani dell'Isis in Siria o in altre località. Acquisivano in continuazione video che contenevano istruzioni per combattere e studiavano le tecniche di guerriglia a cui si ispirano i jihadisti quando tentano le azioni suicide. "Tutti comportamenti finalizzati a commettere atti di terrorismo - spiegano gli inquirenti - volevano colpire più Paesi, sia mediorientali che europei". L'obiettivo, secondo i pm, era appunto intimidire gli occidentali destabilizzando o distruggendo "le strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche e sociali di tali Stati". Il timore era che i due potessero passare a un gesto dimostrativo, eclatante, anche utilizzando il camion. Un'ipotesi che ha preso più corpo, secondo gl investigatori, quando lo Stato islamico è stato sconfitto in Siria e si è allontanato, per entrambi, il progetto di andare a combattere per il Califfato. Da quel momento i due avevano iniziato ad agire da veri e propri lupi solitari o anche "mujahediin virtuali".

"Il martirio è il miglior modo per morire - diceva il marocchino - che Allah non ci neghi questa possibilità".

Commenti