Incendio a Notre Dame

Saviano e Murgia delirano: "La vera tragedia della Ue sono i profughi annegati"

I due: "Basta retorica, non è morto nessuno". Critiche a Salvini che guarda il Grande Fratello

Roberto Saviano al Salone Internazionale del Libro
Roberto Saviano al Salone Internazionale del Libro

Notre-Dame può anche crollare. Saviano and Murgia se ne fottono. Che bruci la cattedrale, che finiscano in fiamme tutte le chiese in ogni parte del mondo, l'Europa piange lacrime fasulle, bagna fazzoletti di seta mentre restano i cenci sporchi delle vere tragedie, trascurando i morti umani, le vite finite e sfinite nei mari. E allora ecco che si appalesa, scrivendo su Facebook, Saviano Roberto, annnotando che «l'Europa è annegata nel Mediterraneo insieme alle (più corretto sarebbe CON, gentile scrittore) centinaia di migliaia di migranti che in questi decenni sono morti senza che nemmeno ci sia giunta notizia della loro fine». La Murgia Michela ha ammonito: «Tra gennaio e marzo, nell'indifferenza europea, nel Mediterraneo sono morte 274 persone. L'Europa è terra di Diritto, la sua cattedrale più imponente e più preziosa è il Diritto e si sta inabissando da molto tempo. L'Europa sta affondando e mentre ci affanniamo a sperare che una cattedrale venga ricostruita, ignoriamo le centinaia di migliaia di vite che in questo momento, anche per causa nostra, stanno vivendo l'inferno».

Sistemata Notre-Dame, dunque, con tutto quello che si sta trascinando, commenti, promesse, appelli. In fondo si tratta di mattoni, di panche, di confessionali e di crocefissi, roba che odora di incenso, dunque fastidiosa per i soliti noti. Già i rivoluzionari avevano provveduto a smantellare e depredare l'edificio, giusto pensare ad altro, volgere lo sguardo non alle macerie parigine, ma ai mari neri di morte. Tutto giusto ma nulla c'entra con la contemporaneità dell'evento, con l'accaduto francese, con una notizia che ha interessato il mondo intero, a parte qualche frangia di fanatici anticristiani e qualche bella gioia nostrana in lite eterna con i francesi spocchiosi che le balle ancor gli girano. Basta un niente per sparare la qualunque, le fiamme della cattedrale scaldano noi poveri distratti e per fortuna i pompieri del pensiero giusto ci ricordano dove sia la verità, dove il dolore vero, dove lo strazio. Saviano e Murgia erano assenti al tempo di altri accidenti della natura, terremoti e calamità, quando i morti nei mari erano mille e mille ancora, ma era un tempo politico diverso, dunque il palco e la tribuna andavano evitati. Comunque entrambi sanno benissimo che un evento non esclude l'altro, che la commozione non ha scadenza, non è un bestseller, dipende dal momento, dall'accaduto, dinanzi a un uomo che annega, dinanzi alla terra che trema, dinanzi al tramonto del sole o a un uragano che distrugge case e campi. Furbe, dunque, le parole che spengono le fiamme di Parigi, l'allusione è chiara, limpida. Va verso Roma, alla voce Salvini Matteo. Il ministro ha avuto addirittura il tempo di trascurare Notre-Dame per dedicarsi al Grande Fratello, immortalandosi, davanti al televisore, su Instagram, preferendo gli inquilini della casa ai fuochi e alle fiamme di Parigi e commentando: «Dopo una giornata impegnativa e a tratti complicata, fra problemi, processi e soluzioni, mi concedo qualche minuto di relax... Vi abbraccio Amici #grande fratello» la D'Urso, per lui, val bene una messa, disteso sul divano. Ovviamente il post poco diplomatico e niente istituzionale del ministro ha scatenato il solito blob sui social contro di lui medesimo ma anche contro i francesi che se la meritano 'sta tragedia.

Totale, anche stavolta non ci siamo fatti mancare nulla.

Si replica.

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