Cronaca locale

Uccise il compagno con una katana: la donna in Appello patteggia 9 anni

In primo grado Valentina Aguzzi era stata condannata a 12 anni

Uccise il compagno con una katana: la donna in Appello patteggia 9 anni

Cristina Bassi

Si chiude senza clamore e con un epilogo concordato tra accusa e difesa la vicenda dell'omicidio della katana. Quello in cui morì, il 26 marzo del 2017, Mauro Sorboli, 40 anni. Per mano della compagna Valentina Aguzzi. Ieri al processo davanti alla Corte d'assise d'appello i giudici hanno ratificato l'accordo sul patteggiamento raggiunto tra il sostituto procuratore generale Maria Vulpio e il difensore, l'avvocato Nicola Saettone. La condanna è stata così ridotta dai dodici anni inflitti in primo grado nell'ottobre del 2017 a nove anni di carcere.

Valentina Aguzzi, 45 anni, si trova da tempo ai domiciliari. Ha una figlia minorenne avuta da una relazione precedente. Accusa e difesa si sono accordate, in quanto quest'ultima ha rinunciato a tutti i motivi di appello. A eccezione della richiesta di far prevalere le circostanze attenuanti sull'aggravante dell'uso di armi. In effetti anche il sostituto pg ha riconosciuto che, tra l'altro, la condotta della donna che aveva problemi di tossicodipendenza dopo l'arresto e dopo la condanna, il percorso terapeutico e il recupero psicologico intrapreso hanno avuto esiti positivi. L'accusa a carico di Valentina Aguzzi è di omicidio preterintenzionale. In un primo momento la Procura aveva formulato l'ipotesi di omicidio volontario con dolo eventuale. È stata la corte d'Assise, nel decidere la condanna a 12 anni, a riqualificare il reato. Il pm Sara Arduini aveva chiesto 14 anni.

Anche la Procura aveva ritenuto plausibile la ricostruzione della morte di Sorboli fornita dall'imputata al processo. Aguzzi e il compagno avevano litigato ferocemente quel giorno nell'appartamento di via Filippo Carcano. Lei ha afferrato la spada giapponese che Sorboli teneva in casa e ha minacciato di uccidersi. L'uomo ha reagito con scherno e con insulti e a quel punto la 45enne ha lanciato la katana contro di lui. L'arma ha trafitto la coscia della vittima che era distesa a letto e ha reciso l'arteria femorale. Sorboli è morto dissanguato in pochissimi secondi.

Nella requisitoria il pm aveva sottolineato che Aguzzi «era accecata dalla rabbia. Ed era sotto l'effetto di alcol, droghe e benzodiazepine. È come se avesse avuto una pistola, mossa da un'ondata passionale ha lanciato la spada e poteva colpire la vittima alla testa. Ha accettato il rischio di uccidere. È una persona sofferente e fragile, ma non incapace di intendere». La rappresentante dell'accusa aveva però concesso che la donna «si è subito pentita, non immaginava che il compagno sarebbe morto. Ha cercato disperatamente di rimediare, di salvarlo tamponando la ferita e chiamando i soccorsi. Quando ha telefonato per chiedere aiuto era in stato di agitazione. Si era accorta che l'uomo stava perdendo moltissimo sangue.

Infine ha subito ammesso tutto davanti agli inquirenti, è stata onesta».

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