Cronaca locale

La Liberazione a Cinisello non è solo della sinistra

Alberto Giannoni

Cinisello ha trovato un modo intelligente per festeggiare il 25 aprile. La ricorrenza in cui si celebra la Liberazione - si sa - da anni è diventata un problema, per chi vorrebbe festeggiarla, ma immancabilmente si trova di fronte manifestazioni politiche, o politicizzate, ed egemonizzate da comunisti o post-comunisti che - come si sa - ebbero un ruolo importante nella Resistenza, ma non ne furono gli unici artefici. L'Italia fu liberata soprattutto dagli Alleati e anche alla Resistenza parteciparono, con un grande contributo, le forze socialiste democratiche, cattoliche, liberali, monarchiche. Il 25 aprile non avrebbe dovuto diventare la festa «dei comunisti». Se lo è stata è perché gli eredi della tradizione comunista l'hanno egemonizzata, con obiettivi politici.

Di fronte a questa egemonia, qualcuno si sottrae, come il Comune di Lentate sul Seveso, che ha sostanzialmente «sospeso» la festa, suscitando altre polemiche e attacchi spesso strumentali. Al contrario a Cinisello, come detto, il sindaco Giacomo Ghilardi, ha trovato il modo per uscire dal vicolo cieco di una alternativa fra non celebrare e sottostare a certe egemonie. La Festa della Liberazione a Cinisello, sarà celebrata con un programma che, per la prima volta, prevede la partecipazione di diverse associazioni che hanno partecipato alla Resistenza e che hanno anche una rappresentanza locale. Tra queste, oltre all'Anpi che tradizionalmente aderisce alle celebrazioni, anche l'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani, la Brigata ebraica e la Federazione Italiana Volontari della Libertà. L'Amministrazione comunale ha invitato a partecipare anche l'Associazione Nazionale Ex Deportati e la Federazione Italiana Associazioni Partigiane. «La presenza di queste realtà - dicono dal Comune - vuole testimoniare un patrimonio comune di valori rispetto al tema della liberazione dal nazifascismo e indicare un percorso condiviso sul tema della libertà.

Nessuna associazione in via esclusiva può considerarsi depositaria di una conquista che è stata, invece, il frutto di un percorso comune verso la liberazione del nostro Paese».

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