Cronache

Bambino allergico alle fave, sindaco ne vieta la coltivazione

Il comune di Sesto Fiorentino ha emesso un'ordinanza speciale che vieta la coltivazione di fave entro un raggio di 300 metri dall'abitazione di un bambino affetto da una particolare condizione genetica

Bambino allergico alle fave, sindaco ne vieta la coltivazione

La coltivazione di fave subirà restrizioni nel comune di Sesto Fiorentino. Un provvedimento resosi necessario per salvaguardare la salute di un bambino colpito da una rara condizione genetica. Lorenzo Falchi, sindaco della città toscana, ha infatti emesso nella giornata di ieri un'ordinanza che vieta la coltivazione della specie vegetale Vicia faba (legume noto popolarmente come fava) entro un raggio di 300 metri dall'abitazione del piccolo residente, affetto dalla cosiddetta carenza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi. Un particolare deficit enzimatico che, agendo sui globuli rossi, può causare nelle persone colpite disfunzioni dell'apparato circolatorio con sintomi come anemia emolitica, tachicardia, ittero, febbre. La carenza dell'enzima glucosio-6-fosfato deidrogenasi infatti fa sì che i globuli rossi presenti nel nostro sangue terminino il loro ciclo vitale più velocemente rispetto alle capacità del corpo umano di produrne di nuovi.

Una delle conseguenze maggiormente visibili di questa malattia è l'impossibilità per chi ne soffre di consumare le fave (da cui favismo, altro nome con cui è nota la patologia), le quali contengono all'interno dei loro semi sostanze ossidanti - come la divicina e la convicina - che accelerando ulteriormente la distruzione dei globuli rossi potrebbero causare forti crisi emolitiche nei soggetti in questione. In molti casi inoltre quest'intolleranza non si limita soltanto alla sola assunzione del legume per via alimentare ma anche all'inalazione dei suoi vapori, abbondantemente presenti in corrispondenza delle coltivazioni.

Per questo motivo la madre del bambino, il quale lo scorso anno venne per lungo tempo ricoverato presso l'ospedale pediatrico Meyer di Firenze, inoltrò già in autunno al comune una richiesta di provvedimento che tutelasse il figlio dall'inalazione dei vapori di fave. L'abitazione della famiglia si trova infatti in una zona periferica di Sesto Fiorentino, adiacente ad alcuni terreni agricoli che dovranno a questo punto eradicare le coltivazioni di fave entro i sette giorni seguenti l'emissione dell'ordinanza. Una soluzione a tempo indeterminato che tuttavia, secondo il portavoce del sindaco Giovanni Rizzo, avrà un impatto limitato sui contadini del luogo: "L'ordinanza colpisce una zona prevalentemente residenziale, dove ci sono principalmente case, un grande campo da baseball e qualche appezzamento di terreno. Non è un'area nota per la sua produzione di fave, quindi nessuna azienda agricola verrà messa in difficoltà".

La richiesta della madre era stata inizialmente respinta dalla Usl locale, ritenendo non vi fossero sufficienti elementi di rischio per giustificare un intervento del genere.

Successivi incontri con il sindaco Falchi hanno però in seguito sbloccato la situazione, anche a causa della comparsa dei primi sintomi del favismo nel bambino.

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