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Francia, l'ex premier Fillon rinviato a giudizio

Fillon, ex primo ministro di Francia, sarà processato per "appropriazione indebita di fondi pubblici" e relativo "occultamento" ed "uso improprio di beni aziendali"

Francia, l'ex premier Fillon rinviato a giudizio

François Fillon, l'ex primo ministro di Francia che è stato uno degli avversari del poi eletto presidente Emmanuel Macron in occasione del primo turno delle elezioni presidenziali francesi (23 aprile 2017), come ha anticipato il quotidiano Le Monde, è stato rinviato a giudizio da tre giudici inquirenti di Parigi, Serge Tournaire, Aude Buresi e Stéphanie Tacheau, che in 150 pagine di atti lo accusano di "appropriazione indebita di fondi pubblici" e relativo "occultamento", di "uso improprio di beni aziendali" e di mancata "segnalazione all'Alta Autorità per la trasparenza della vita pubblica".

Anche la moglie, Penelope, è stata rinviata a giudizio perchè accusata di "complicità e occultamento di appropriazione indebita di fondi pubblici" e "occultamento di abuso di proprietà". François Fillon dovrà giustificare anche il motivo per cui aveva deciso di assumere Charles e Marie, due dei suoi figli, per brevi periodi. Sentiti durante il procedimento, Charles e Marie Fillon non sono stati rinviati a giudizio dal Tribunale penale.

Le prime indagini su François Fillon erano state rivelate alla stampa nel bel mezzo della campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2017, proprio mentre era considerato dai sondaggi tra i favoriti per la corsa all'Eliseo. Allora Fillon aveva parlato di un "assassinio politico", di un "un assalto condito da una violenza inaudita", dopo aver ammesso che aveva impiegato sua moglie come "collaboratrice", ribadendo che il salario che le veniva versato era "perfettamente giustificato", scusandosi tuttavia con i francesi per questo "errore".

Secondo gli inquirenti l'ammontare dell'appropriazione indebita di fondi nel periodo dal 1981 al 2013 per l'incarico di assistente parlamentare di Penelope ammonterebbe a oltre un milione euro. L'ampia documentazione presentata durante l'inchiesta dagli avvocati dei Fillon non ha convinto i magistrati.

Adesso i coniugi avranno un periodo di tre mesi per presentare ricorso. Se non lo faranno, il loro processo potrebbe essere tenuto già entro la fine del 2019. Lo stesso accadrà per l'attuale parlamentare europeo Marc Joulaud, coinvolto anch'egli nel "Penelopegate". Il deputato, che era succeduto a François Fillon all'Assemblea nazionale quando quest'ultimo era entrato nel governo nel 2007, è stato chiamato a rispondere di "appropriazione indebita di fondi pubblici". Secondo l'accusa avrebbe continuato a pagare a Penelope l'attività di assistente parlamentare senza che lei svolgesse alcun incarico.

Le pene che i tre indagati rischiano per le varie accuse sono, secondo le leggi francesi, fino a cinque anni e una multa di 375 mila euro (articolo L 241-3 del codice commerciale francese) per l'abuso di beni sociali e una pena detentiva fino a dieci anni (con una multa di un milione di euro) per l'appropriazione indebita di fondi pubblici (articolo 432-15 del codice penale).

"È il risultato normale del procedimento", ha commentato laconicamente uno dei sostenitori di François Fillon alle elezioni presidenziali. Antonin Lévy, l'avvocato dell'ex candidato, si è rammaricato per il fatto che l'ordinanza di riferimento sia stata trasmessa "alla stampa prima ancora che fosse notificata al signor Fillon e alla sua difesa". Per il giurista "Questo mostra lo stato d'animo in cui è stata condotta l'intera indagine e reagiremo sulla sostanza quando saremo in grado di leggere questo documento". Pierre Cornut-Gentille, avvocato di Penelope Fillon, ha ricordato che "questo segna una nuova violazione della segretezza dell'istruzione".

Dopo il rinvio a giudizio adesso si attendono le considerazioni di Fillon e come si muoverà.

Se, per esempio, continuerà nel proposito di lanciare, da cattolico, una sua fondazione per aiutare i cristiani perseguitati d'Oriente.

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