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Niente Salva-Roma. Ma la Lega rilancia: "Piano per la Capitale"

Il Carroccio non vuole apparire anti-romano I grillini: la norma riproposta alle Camere

Niente Salva-Roma. Ma la Lega rilancia: "Piano per la Capitale"

È sempre la solita solfa. Nessuno dei due litiganti accetta di uscire sconfitto dal braccio di ferro. Il Salva-Roma uscito ieri notte da Palazzo Chigi è una mezza batosta per i Cinquestelle eppure ora i grillini mostrano ottimismo e soddisfazione e dicono: in Parlamento troveremo modo di migliorare la situazione. Dall'altra c'è il leader della Lega cui (evidentemente) hanno consigliato di non spingere troppo sul pedale dell'anti-romanità e di venire a più miti consigli tanto che pur mostrandosi trionfale nel dire che la parte più sostanziosa del decreto Salva-Roma è stata stralciata (i commi dal 2 al 6), presto si dovrà tornare a parlare della Capitale e di come migliorare la sua condizione.

Nella nuova versione della norma, frutto di un compromesso arrivato in extremis con l'assenso del premier Giuseppe Conte, tutto il debito pregresso di Roma Capitale, dodici miliardi di euro antecedente al 2008, sarà trasferito al Campidoglio e la gestione commissariale sarà chiusa nel 2021. Non ci sarà quindi l'accollo da parte del Tesoro del prestito obbligazionario (City of Rome) di 1,4 miliardi di euro, contratto nel 2003. Ma lo Stato continuerà a erogare i 300 milioni all'anno previsti per l'estinzione del debito di Roma.

I responsabili del Movimento Cinquestelle, però, si mostrano cautamente soddisfatti e annunciano che sui punti non approvati l'altra notte a Palazzo Chigi deciderà il Parlamento. «È un punto di partenza - dicono -. Il Parlamento saprà migliorare ancora di più un provvedimento che, a costo zero, fa risparmiare soldi non solo ai romani». I leghisti, invece, fiutano già aria di crisi. Se non parlamentare almeno comunale. E immaginando uno scenario in cui dovranno scoprire l'ambizione reale di governare il Campidoglio, avanzano proposte diverse. Non vogliono avere l'aria di chi stringe le mani intorno al collo di una capitale che soffoca. E rilanciano. Non servono, dicono, toppe. Serve semmai un piano strutturale di rilancio della Capitale. Ancor prima del voto europeo di fine maggio potrebbe approdare in Parlamento una proposta di legge leghista che ridefinirebbe il «piano di assetto istituzionale» della città». Dove, ad esempio, si concederebbe la possibilità di evitare il passaggio obbligato in Regione per ottenere il permesso di accedere ai fondi europei e a quelli indirizzati al trasporto pubblico («così da poter fare un vero piano del trasporto pubblico in sinergia gomma-ferro»). I leghisti auspicano poi che la Capitale venga «estrapolata dall'area metropolitana, sorpassando la legge Delrio».

Inoltre nel disegno di legge si dovrebbe affrontare anche il delicato tema della gestione e dello smaltimento dei rifiuti, concedendo agli amministratori capitolini «poteri straordinari». C'è chi giura che nel disegno di legge potrebbe entrare anche uno dei cavalli di battaglia dei leghisti capitolini ovvero uno uso sistematico del sistema della termovalorizzazione che eviti il passaggio obbligato del placet regionale

Anche sul tema della sicurezza, poi, la Lega vuole mettere il cappello e si ventila l'ipotesi di equiparare il contratto di servizio del corpo della polizia municipale a quello delle forze dell'ordine, consentendo in questo modo un utilizzo più frequente degli agenti anche per operazioni di pubblica sicurezza.

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