Politica

Caos reddito di cittadinanza. Insostenibile, dura un anno

Misura troppo costosa nonostante richieste inferiori alle stime. Pesa l'ipoteca da 47 miliardi sul bilancio

Caos reddito di cittadinanza. Insostenibile, dura un anno

Tutto dipenderà dall'evoluzione del quadro macroeconomico ma, leggendo gli ultimi dati forniti dall'Inps, è molto probabile che il reddito di cittadinanza (e anche quota 100 in qualche misura) sia destinati a cambiare pelle se non a svanire.

Le recenti dichiarazioni del presidente dell'istituto di previdenza, Pasquale Tridico, hanno messo in evidenza che «l'importo medio del reddito sarà di 520 euro a nucleo» perché molti italiani sono possessori della prima casa e, dunque, la dotazione di 780 euro viene decurtata del sostegno per l'affitto. Le domande pervenute, inoltre, sono lievemente inferiori alle stime alla fine, ha più volte specificato lo stesso Tridico, la platea di beneficiari potrebbe attestarsi al 75% di quella inizialmente stimata di 1,3 milioni di nuclei familiari. Questo significa, ha concluso il presidente, che «se i numeri saranno questi, il costo finale sarà di circa 7 miliardi» e «ci potrebbe essere un risparmio di un miliardo» sulla cifra messa a bilancio (7,5 miliardi nel 2020).

Un analogo ragionamento è stato effettuato dall'Ufficio studi della Cgil per quanto riguarda quota 100: delle risorse messe a bilancio nella legge di Bilancio 2019 (3,968 miliardi di euro) potrebbero essere utilizzati solo 1,6 miliardi, una cifra che potrebbe salire a 2,9 miliardi per il 2020 (7,8 miliardi lo stanziamento) e a 2,6 miliardi per il 2021 (8,3 miliardi), ultimo anno della sperimentazione. Il sindacato guidato da Landini stima, infatti, che quota 100 coinvolgerà solo un terzo della platea prevista, 325mila persone anziché 973mila.

Se l'accesso alle due misure bandiera del governo gialloverde proseguisse secondo questo trend, si arriverebbe a fine 2019 con un risparmio quantificabile tra i 2,3 e i 2,6 miliardi di euro. Valore che l'anno prossimo salirebbe a una cifra compresa tra i 4 e i 5 miliardi. Ammesso che queste previsioni si avverino e che i due vicepremier non usino altrimenti i risparmi (Di Maio ieri ha detto: «Avanzeranno centinaia di milioni, aiuteremo le famiglie con figli»), la correzione del deficit strutturale potrebbe essere più semplice. Si tratta di uno 0,3% del Pil (5,5 miliardi) che potrebbe aumentare in caso di sforzi correttivi ulteriori rispetto ai 2 miliardi garantiti dai tagli automatici della legge di Bilancio 2019.

Ovviamente, questa ipotesi comporterebbe una revisione al ribasso degli stanziamenti sia per il sussidio che per le uscite anticipate. Ma il reddito di cittadinanza (e quota 100) fa rima con sostenibilità? La manovra parte dai 23 miliardi delle clausole di salvaguardia cui si aggiungono 5,5 miliardi di altre privatizzazioni rispetto ai 18 miliardi già messi a bilancio per quest'anno. Se si pensa anche all'ipoteca politica costituita da una sorta di flat tax per il ceto medio nonché dalla conferma degli stanziamenti per i rinnovi contrattuali della pubblica amministrazione (1,4 miliardi nel 2020 dagli 1,1 miliardi stanziati quest'anno), si comprende bene che lo spettro di un aumento della pressione fiscale è tutt'altro che peregrino.

Basta guardare al lavoro che dovranno svolgere i commissari alla spending review individuati nelle persone dei viceministri dell'Economia, Castelli e Garavaglia. Anche se si riuscisse a istituzionalizzare la prassi dei costi standard per gli approvvigionamenti pubblici, è chiaro che la strada più veloce per risparmiare è tagliare le tax expenditures, cioè gli sconti fiscali facendo salire la pressione fiscale. Ne consegue che, a meno di una crescita economica super, per stare nei paletti del ministro Tria non resta che rimodulare, diminuendole, le spese.

Come il reddito di cittadinanza.

Commenti