Politica

Conte vola in Cina ma rassicura la Ue

Il premier giura: «Sul 5G proteggeremo le infrastrutture strategiche»

Il presidente del Consiglio Italiano Giuseppe Conte e il presidente cinese Xi Jinping
Il presidente del Consiglio Italiano Giuseppe Conte e il presidente cinese Xi Jinping

Roma Il Memorandum sulla Via della Seta siglato con la Cina è una grande opportunità e il governo si è tutelato da eventuali rischi. Parola del premier Giuseppe Conte che da ieri è a Pechino, unico rappresentante di uno Stato che faccia parte del G7, a partecipare al Belt and Road Forum. Nessuna preoccupazione da parte del premier su eventuali rischi «predatori» da parte della Cina sul 5G. «In Italia siamo dotati di Golden Power, uno strumento di tutela della nostre infrastrutture strategiche - assicura Conte -. La 5G è una prospettiva rivoluzionaria, una tecnologia particolarmente innovativa, è evidente che nel momento in cui andiamo a concludere qualche iniziativa che può avere anche un peso politico, lo facciamo adottando cautele, e questo vale per tutti i paesi, non solo la Cina, lo facciamo rafforzando la Golden Power. Vogliamo proteggere il nostro sistema strategico». Insomma sarebbero ingiustificati i timori espressi in più occasioni dai partner europei che insistono affinché il nostro paese condivida con il resto della Ue le sue decisioni anche per ragioni di sicurezza. «Come responsabile del governo ho il dovere e l'assoluta premura di tutelare la protezione dei dati, i livelli di sicurezza delle nostre infrastrutture strategiche», replica Conte che rivendica di aver «introdotto un richiamo ai principi europei che sono molto più avanzati a quelli di altri Paesi Ue: la posizione europea sul G5 la ritengo meno avanzata di quella italiana». Conte ha ricordato che «anche la versione della dichiarazione congiunta che sottoscriviamo qui presenta le sottolineature di tutte le richieste italiane che sono state introdotte: diritti umani, trasparenza, sostenibilità». Insomma «l'Italia è un avamposto dei principi europei, gli altri Paesi possono stare tranquilli», conclude.

Anche a distanza di migliaia di chilometri il presidente del Consiglio non può evitare di rispondere in merito alle questioni più calde che hanno messo in fibrillazione il governo e l'alleanza giallo verde nelle ultimi giorni. Il caso Armando Siri prima di tutto. Conte rivela di aver parlato con il sottosegretario alle Infrastrutture finito nell'occhio del ciclone. Se da un lato Conte getta acqua sul fuoco dall'altro non esclude che si arrivi alla richiesta di dimissioni. «C'è una dimensione umana che non trascurerei. È ovvio però che quando riassumerò la posizione del governo la considerazione umana verrà tenuta da conto ma non potrà essere determinante», dice Conte che a proposito delle dimissioni aggiunge: «se mi dovessi convincere non ci saranno alternative, per quanto mi riguarda».

Oggi in agenda anche un incontro con

html">Vladimir Putin con il quale affronterà il tema della crisi libica.

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