Cronache

Spara al ladro-ragazzino che era entrato in casa "Volevo solo farlo fuggire"

Quattro colpi esplosi, uno ferisce un albanese di 16 anni. È il primo caso post decreto sicurezza

Spara al ladro-ragazzino che era entrato in casa "Volevo solo farlo fuggire"

Roma Entrano in villa, il proprietario spara e colpisce i ladri. È accaduto venerdì sera a in via San Matteo 32 a Monterotondo, Roma. Prendono a picconate la grata alla finestra e il padrone di casa reagisce senza pensarci un solo istante. Da una pistola calibro 45 esplode quattro colpi uno dopo l'altro Andrea Pulone, 29 anni, figlio di un astrofisico docente universitario. Due centrano la libreria, uno la casetta per gli attrezzi in giardino. Il quarto colpisce il più giovane dei malviventi, Enrico Petrj, un ragazzo albanese di 16 anni, che rimane ferito all'addome. Scaricato dai suoi complici al policlinico Gemelli, Petrj è stato operato e le sue condizioni non sono gravi.

Il primo malvivente protagonista del decreto sicurezza che permette l'uso delle armi in caso di legittima difesa adesso è piantonato in ospedale. Inutilmente i carabinieri gli hanno mostrato le immagini delle videocamere di sorveglianza del pronto soccorso che ritraggono i suoi compari mentre lo scaricano da una station wagon. Il giovane non avrebbe fornito alcun elemento utile alle indagini. Accade tutto nel tardo pomeriggio: Andrea «Pulley» Pulone, è in casa con la sua compagna. I genitori, il papà Luigi con la moglie, sono in vacanza in Portogallo.

A un primo colpo di piccone Andrea apre la cassaforte dove è conservata la pistola, una semiautomatica regolarmente denunciata. Un'arma potentissima la 45 millimetri, utilizzata per «tiro sportivo». Andrea la monta, inserisce il caricatore, toglie la sicura e «arma» il carrello. I tre banditi, intanto, hanno già tirato giù l'inferriata. Un secondo e se li ritrova in casa. A quel punto Andrea spara. «Ho usato la pistola solo per farli fuggire» dirà poco dopo ai carabinieri di Monterotondo e al procuratore di Tivoli Francesco Menditto.

Il 29enne gestisce l'associazione culturale «La Botanica» assieme a un socio, Massimo. Mentre i carabinieri del nucleo operativo di Ostia effettuano rilievi per tutto il giorno, la villetta viene presa d'assalto da cronisti e operatori tv. Pulone, però, non parla. A fare da portavoce il suo amico: «Andrea non ha parole per esprimere quello che sta provando in questo momento. Sono cose viste finora solo in televisione» dice.

La Procura di Tivoli, intanto, sta valutando la posizione dell'uomo. Sulle prime non era chiaro il collegamento con il ragazzo abbandonato sanguinante in ospedale e la versione raccontata da Pulone ai carabinieri del posto, allertati subito dopo il tentativo di furto. «Ho sparato in aria per farli fuggire» dichiara Pulone. A terra, in giardino e sulla grata, gli esperti avrebbero rilevato tracce di sangue e impronte da comparare con quelle di Petrj e di altri pregiudicati della zona. Un territorio, quello sulla via Salaria alle porte della capitale, più volte teatro di drammatiche rapine. Come quella a Mentana finita nel sangue nel gennaio 2015.

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